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Etna, in aumento il tremore vulcanico e l’attività infrasonica del vulcano

Un indicatore cruciale dell’attività sotterranea del vulcano, che fornisce preziose informazioni per prevedere le eruzioni

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Etna

Da alcuni giorni in Sicilia è in aumento il cosiddetto tremore vulcanico dell’Etna. Un fenomeno che si verifica quando il vulcano è nella fase della cosiddetta attività infrasonica intensa. Ma che cos’è questa caratteristica che il vulcano siciliano conserva da tantissimo tempo, e in che cosa consiste?

Che cos’è il tremore vulcanico dell’Etna: la spiegazione scientifica, cosa succede

Il tremore vulcanico dell’Etna è un indicatore cruciale dell’attività sotterranea del vulcano, che fornisce preziose informazioni per prevedere le eruzioni. Questo fenomeno sismico è generato dal gas presente nei flussi di magma, che provoca onde di dilatazione nelle pareti di pietra sotterranee.

A differenza dei terremoti, il tremore vulcanico emette un segnale sismico continuo a bassa frequenza, risultante dai movimenti di risalita dei fluidi magmatici. L’Etna, con una zona ricca di terremoti a bassa intensità tra 1 e 6 km di profondità, rappresenta un laboratorio naturale per i vulcanologi di tutto il mondo.

Grazie agli avanzati sistemi di monitoraggio, è possibile comprendere meglio le dinamiche del vulcano e affrontare con maggiore sicurezza le sue manifestazioni.

Il vulcano torna a eruttare: il monitoraggio dell’INGV

Lo scorso 3 giugno l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Catania (INGV) ha emesso un avviso “Vona” di allerta rossa per l’aviazione, segnalando la possibilità di accumulo di materiale lavico al suolo e una potenziale chiusura dell’aeroporto di Catania, attualmente operativo. L’eruzione, evolutasi da attività stromboliana a fontane di lava, ha spinto la Protezione Civile a elevare l’allerta vulcanica dal livello verde a giallo.

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Come è immaginabile, il monitoraggio del tremore vulcanico dell’Etna è essenziale per la sicurezza delle popolazioni vicine. L’INGV utilizza una varietà di strumenti per captare i segnali sismici e altri indicatori di attività vulcanica.

I radiometri misurano i cambiamenti di temperatura della superficie tramite radiazione elettromagnetica, permettendo di individuare eventuali variazioni termiche che possono indicare attività magmatica. Gli spettrometri, sia a raggi UV che infrarossi, determinano la temperatura dei gas presenti nei flussi magmatici, fornendo informazioni cruciali sulla composizione e lo stato del magma. I sismometri registrano le onde sismiche generate dal tremore vulcanico, offrendo una chiara indicazione dell’intensità e della localizzazione dei movimenti magmatici sotterranei.

In aggiunta, i GPS satellitari rilevano movimenti millimetrici del suolo, monitorando variazioni minime dovute ai cambiamenti di pressione provocati dal magma sotterraneo. I sensori infrasonici catturano onde sonore a bassa frequenza prodotte dall’attività vulcanica, che sfuggono all’orecchio umano ma forniscono informazioni preziose sugli eventi sotterranei, come il flusso di magma e le esplosioni. Questi strumenti lavorano in sinergia, fornendo un quadro completo dell’attività del vulcano e facilitando la gestione delle emergenze.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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