Cinema
Oscar 2019, Vice di Adam McKay: recensione, trama e trailer video del film
Da elettricista col gomito alzato a vicepresidente, una storia vera dell’ascesa politica di una recente America
Prosegue la nostra marcia di avvicinamento alla notte degli Oscar 2019. Ecco Vice, di Adam McKay: vi proponiamo la recensione, la trama e il trailer video del film.
Christian Bale è considerato uno degli attori più versatili del panorama hollywoodiano. Noto per il ruolo di Bruce Wayne/Batman nella trilogia de Il Cavaliere Oscuro di Cristopher Nolan. Ha rafforzato un sodalizio in altre pellicole di alta qualità come The Prestige e Memento.
Ma più di ogni altra caratteristica degna di nota, l’attore britannico deve la sua popolarità a causa dei cambiamenti fisici che tra un film e l’altro hanno evidenziato rilevanti cambi di peso e di massa muscolare.
Vice, la recensione e la trama: Christian Bale è Dick Cheney
La sua ultima interpretazione, sotto la regia di Adam McKay (regista del primo Ant-Man del Marvel Cinematic Universe) lo ha visto protagonista di un altro ruolo iconico che ne ha causato un’accurata trasformazione fisica. In Vice – L’uomo nell’ombra l’attore Christian Bale interpreta Dick Cheney, politico statunitense e vice presidente degli Stati Uniti d’America durante l’amministrazione di George W. Bush.
Christian Bale riesce a portare tutta l’attenzione su di sé grazie alla storia di un uomo che posseduto l’America grazie a un’ascesa politica che la racconta lunga. Vice è una storia più che mai attuale, riprodotta con accurata fedeltà, senza cadere in romanzate forzate, ossidando una sceneggiatura frizzante e in alcuni tratti molto comica.
Ciò che più colpisce di Vice è il suo frenetico montaggio. La storia non è prettamente lineare, ma l’alternanza di immagini ci riporta a filmati con i personaggi interessati realmente esistenti. Amy Adams ci regala una nuova entusiasmante e sofferente interpretazione. La Lois Lane del DC Extended Universe raggiunge la sua sesta candidatura agli Oscar, ancora come attrice non protagonista. Interpreta Lynne Cheney, moglie del protagonista Dick e protagonista anch’essa di una candidatura politica.
Steve Carell è invece Donald Rumsfeld, primo e vero mentore all’interno del cammino di Dick. Il rapporto tra i due subirà il più grande sviluppo all’interno del film, fin quando Dick deciderà di indicargli una porta una volta scavalcato. In un cast già ricco di qualità ed esperienza spicca anche Sam Rockwell, vincitore lo scorso anno agli Oscar come Miglior Attore non Protagonista. Premiato per l’eccellente Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, Sam Rockwell è un pungente e satirico George W. Bush che nonostante un minutaggio ingiustamente breve riesce a regalarci alcune delle sequenze più belle della pellicola.
È probabilmente qui la grande pecca di Vice, un film che con a disposizione un grande cast ha incentrato maggiore importanza in un aspetto eccessivamente documentaristico. Il montaggio frenetico infatti alla lunga risulta saturo e persino invadente. Se si ci fosse concentrati maggiormente sui grandi attori e sui loro rapporti, probabilmente staremmo parlando di un film con alte probabilità di trionfare alla prossima cerimonia degli Oscar come Miglior Film. La pellicola è infatti candidata per ben 8 statuette (tra cui, appunto, Miglior Film) ma stando alle previsioni e al botteghino farà fatica a portarsi soddisfazioni.
Vice: 8 candidature, ma poi uno scivolone tra critica e pubblico
L’immenso Christian Bale farà infatti fatica a superare il gran favorito Rami Malek, che in Bohemian Rhapsody ha portato su schermo un Freddy Mercury più coinvolgente che mai. Se dovessimo pensare alla carriera dei due, Bale dovrebbe vincere tutta la vita. Eppure l’entusiasmo creatosi attorno al biopic musicale dei Queen mette in seria crisi la vittoria di Bale che fino a un mese fa era il favorito numero uno.
Discorso piuttosto arduo anche per Amy Adams che nonostante una grande performance dovrà contendersi la vittoria finale – principalmente – con Regina King da Se la strada potesse parlare e la coppia che scoppia da La Favorita, ovvero Emma Stone e Rachel Weisz (recensione in arrivo per La Favorita, con 10 candidature ai prossimi Oscar).
Altrettanto difficile per Adam McKay trionfare come miglior regista e per Sam Rockwell doppiare la vittoria dello scorso anno come Miglior Attore non protagonista. Ben più probabile una statuetta tra il Montaggio, vista l’importanza narrativa e di scelta della pellicola e per Trucco e acconciatura.
Per concludere, Vice ha un soggetto forte, delicato, attuale. Alcune decisioni del trattamento del soggetto fanno storcere il naso. Risulta essere dunque una pellicola con qualche potenzialità inespressa, come la caratterizzazione di alcuni personaggi che avrebbero meritato maggior minutaggio. La stessa storyline viene quasi sancita in capitoli della vita, avvenuti in molti anni di distanza tra loro nella vita di Dick Cheney. Eppure la sua ascesa politica lascia ben più di una riflessione nella mente dello spettatore.