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Cinema

Cosa non funziona in ‘Once Upon A Time In… Hollywood’

Dopo aver effettuato una prima analisi di ‘Once Upon A Time In… Hollywood’, andiamo a cercare il pelo nell’uovo e gli errori di Quentin Tarantino

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Once Upon A Time In... Hollywood
fonte: repubblica.it

“Once Upon A Time In… Hollywood” è il film più chiacchierato del momento. Presentato in anteprima al Festival di Cannes lo scorso maggio, poi distribuito negli USA nel mese di luglio, infine uscito in Italia il 18 settembre. Il nono film “written and directed by Quentin Tarantino” sta facendo tanto discutere, dividendo critica e pubblico.

‘Once Upon A Time In… Hollywood’: pro e contro

Se ne abbiamo parlato nella scorsa recensione analizzandone gli aspetti positivi e originali, è buona norma, d’altro canto, analizzare anche gli aspetti che non abbiamo apprezzato e motivare le ragioni per cui a molti spettatori il film non sta piacendo.

Partiamo da un semplice quanto fondamentale presupposto: per apprezzare un’opera d’arte (siccome il cinema, anche quello più “commerciale”, fino a prova contraria, resta una forma artistica) è necessario – oramai sempre più col trascorrere degli anni – un background culturale. Su questo primo pilastro in molti già cadono, disprezzando il film di Tarantino per la difficoltà nel recepirne il senso.

Ma “Once Upon A Time In… Hollywood” non è esente da difetti, che visti da un altro punto di vista potrebbero essere comunque dei pregi. Ciò che non si può non notare è che Tarantino si sia eccessivamente divertito nell’essere Tarantino. Resta un invisibile muro tra lo spettatore medio e il regista, come se quest’ultimo stesse raccontando una storia dando per scontato che lo spettatore ne conosca i retroscena sacrosanti. Ciò non avviene, siccome la storia della family Manson e dell’eccidio di Cielo Drive nel 1969 non tutti la conoscono. Infatti, ribadendo ciò che è stato detto nell’altro articolo, è bene accedere a un’infarinatura generale dell’evento storico prima (o dopo) il film.

L’antitrama e le altre forme artistiche “sconosciute”

Tarantino sceglie di non romanzare e narrare, questa non è una novità per chi conosce la filmografia del regista. Stavolta però, l’antitrama tende a calcare troppo la mano, rendendo la pellicola un’opera più che altro visiva, quasi farlocca, senza dare contenuti veri allo spettatore. Se la scenografia immerge lo spettacolo in una Hollywood quanto mai ben ricostruita, chi non ha calcato il terreno di un set cinematografico o avuto esperienza come addetto ai lavori potrebbe sentirsi molto spaesato.

È probabilmente questo il gran motivo per cui pubblico e critica si stanno esprimendo in maniera così “mescolata” nei confronti di questo film. Tarantino ha scelto di proporre un film d’élite.

Una nicchia che stringe maggiormente l’ottica dinanzi a un minutaggio che sfiora i 180’ e che, paragonato alla media della durata delle pellicole a cui siamo abituati oggi, risultano essere non pochi. Ma chi conosce Tarantino, anche sotto quest’aspetto, non ha di che meravigliarsi.

Un film per certi versi anche d’autore, un film che omaggia il cinema con cui il regista americano è cresciuto. Come per ogni film altamente referenziale (questo, in alcuni casi, lo è persino troppo e troppo poco comprensibile ai più), il tempo ci darà una risposta sulla vera qualità dell’opera.

Cosa rende un film veramente “bello”?

Si ci pone la domanda su quale sia veramente la qualità di un film. La storia, le vicende che narra, il messaggio che vuole veicolare, la costruzione delle scene? Probabilmente una risposta non c’è, giacché esistono i gusti e le più che legittime diversità tra ogni individuo che osserva un film al cinema. Questo è un Tarantino che potrebbe non piacere agli stessi fan di Tarantino, così come avvicinare chi non è mai stato coinvolto dalle sue precedenti pellicole. Sappiamo per certo che l’autore ha optato per un’ulteriore crescita stilistica e tecnica, e su questo aspetto non abbiamo nulla da rimproverargli.

“Once Upon A Time In… Hollywood” vi aspetta al cinema, e noi vi aspettiamo per discutere insieme gli aspetti del film che vi hanno convinto e quelli che hanno convinto un po’ meno.

Nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06/05/1994. Da sempre appassionato di scrittura e giornalismo. Scrive su quelle che sono le sue più grandi passioni: sport, media, Tv e soprattutto cinema. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno e attualmente studente della laurea specialistica Corporate Communication & Media.

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