Cultura
Censura sui social: come un nudo artistico può diventare pornografia
La denuncia del critico d’arte Vittorio Sgarbi a Facebook riguardante la censura a “L’origine del mondo”, celebre dipinto di Courbet
L’Arte non ha veli, s’ispira alla Verità. Ce l’aveva già insegnato Courbet nel 1854, nel suo “L’atelier del pittore”, quando impresse per sempre su una tela la sua persona intenta a dipingere un paesaggio, ispirato dalla Nuda Verità. I soggetti di Courbet erano uno scandalo e una denuncia sociale all’ipocrisia del proprio tempo. E il nostro tempo non è cambiato poi così tanto. Il mondo continua a esser diviso tra coloro che vivono il loro tempo e coloro che lo subiscono. Tutto ciò accade però non più solo su un piano reale ma anche su un piano virtuale.
La divulgazione artistica ha ampliato i suoi canali di trasmissione. Tramite i social è possibile godere di qualsiasi opera artistica senza doversi spostare dal divano di casa propria. Tuttavia, se provassimo a pubblicare “L’origine del mondo” del nostro Courbet, anche oggi, a distanza di 150 anni, incorreremmo nella censura. Un nudo artistico, che carica il sesso femminile di un significato più profondo, è così considerato alla stregua di una foto di carattere pornografico.
La policy di Facebook è stata sempre oggetto di critiche per i suoi parametri di giudizio che portano alla censura, e quindi all’eliminazione, di un post. Da anni, ad esempio, si contesta la censura del seno femminile. Non è tanto l’atto in sé ad essere contestato, quanto più l’inosservanza della “parità di genere” che dovrebbe prevedere la censura anche del petto maschile. C’è chi legge in queste scelte sessismo, chi finto perbenismo e chi proprio non ci sta. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi, a seguito dell’eliminazione di un suo post raffigurante proprio “L’origine del mondo” di Courbet, insieme ad altre tre post raffiguranti opere di Canova e Giorgione, ha deciso di denunciare Facebook. Il legale di Sgarbi chiede a Facebook un milione di euro di risarcimento.
Emblematiche e stranamente poco colorite le parole di Sgarbi: “Occorre restituire testa e cuore alla valutazione meccanica della macchina. Bisogna togliere dalla fattispecie della censura tutto quello che è arte come volontà d’arte”.
L’arte non può essere oggetto di censura.