Cronaca
Mihajlovic racconta la sua malattia: “Ero un morto che camminava. Ora c’è il sole”
L’ex Lazio ed Inter si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, parlando a 360° del mostro che sta combattendo da mesi. Ma adesso, si rivede la luce in fondo al tunnel
In un afoso pomeriggio di luglio, aveva spiazzato tutti con l’annuncio della sua malattia. “Ho la leucemia” aveva proclamato in diretta nazionale Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna. Ma la sua determinazione era già palpabile, e avrebbe aggredito quel mostro che lo aveva invaso sin da subito.
Negli ultimi giorni, raggiunto dai microfoni della “Gazzetta dello Sport“, ha raccontato il suo percorso e di come, dopo tante tenebre, è riuscito a riveder il sole.
Mihajlovic racconta la sua malattia: le sue parole alla Gazzetta dello Sport
Un percorso che dura da mesi, fatto di tanti momenti bui, ma adesso il peggio è alle spalle, grazie anche al grande aiuto di sua moglie Arianna.
“Adesso c’è il sole, si vede la luce. Nel calcio puoi avere tanti amici ma quando va male non ne hai più, ti ritrovi solo nel buio. La famiglia è importantissima, Arianna (la moglie) è la sola persona che conosco che abbia più palle di me. Arianna è stata tutti i giorni con me. Ha dormito su una sedia. Non tutti possono affrontare il male nello stesso modo, l’importante è non tirarsi indietro. Avevo promesso ai miei giocatori di andare a Verona, al tempo pesavo solo 72 chili, ero un morto che camminava, ma era una promessa. Bisogna darsi piccoli obiettivi”.
La fine di un calvario, l’inizio di una nuova vita.
“Si vede il sole, siamo alla fine del tunnel. L’affetto ricevuto mi ha aiutato. Io non volevo fare l’eroe, affronto i problemi così. Non mi piace scappare. Ho continuato a fare il mio lavoro perché mi faceva sentire vivo. Non vedevo l’ora di vedere l’allenamento dei miei in diretta in tv dall’ospedale. Sono cose che mi tenevano in vita. Ma soprattutto la mia famiglia”.