Cultura
“Nuceria è fatta, bisogna fare i Nocerini”. L’ex Foro Boario lasciato a sé stesso
Gli ambiziosi traguardi del masterplan di Nuceria 2020 collidono con un fondamentale punto di partenza: far conoscere ai cittadini la storia di Nocera Superiore
Uno degli obiettivi più interessanti prefissati nel masterplan di Nuceria 2020 è il “potenziamento delle funzioni e dell’offerta per il turismo archeologico per inserire Nuceria Alfaterna tra le eccellenze archeologiche di rilievo internazionale“.
Un traguardo a dir poco ambizioso, che tuttavia, al momento, deve fare i conti con la realtà. Facendo un giro per la città, in una zona non troppo periferica come Santa Maria Maggiore, risalta all’occhio l’area archeologica recintata e perennemente chiusa della zona.
A seguito di una campagna di scavi avvenuta nel 2006, sono stati rinvenuti edifici presenti sulla zona dell’ex Foro Boario. In soli sette metri sotto l’attuale livello della città, si nascondono edifici appartenenti ad epoche diverse e quindi potenzialmente importanti nella ricostruzione della storia nella città. È stato possibile datare le strutture, l’una all’epoca romana e l’altra nell’età tardoantica. Nei due pannelli posti all’entrata dell’area archeologica, si legge il resoconto delle ricerche e degli studi fatti intorno all’ex Foro Boario.
Nel 2018 l’amministrazione comunale ha bandito un avviso esplorativo con il quale si auspicava l’apertura di un chiosco o un info point all’interno della struttura, che permettesse una maggiore fruizione della stessa e il passaggio di diversi avventori. Con lo stesso avviso, inoltre, si apriva la struttura alla possibilità di ospitare eventi e manifestazioni. Sembrerebbe che, ad oggi, non ci sia stata una reale risposta.
Nonostante ciò, ci domandiamo come sia possibile ignorare secoli in storia, lasciando che le erbacce coprano gli edifici, esponendoli all’indifferenza dei più. Forse, un obiettivo più concreto e realizzabile sarebbe portare non tanto il turismo archeologico a Nocera Superiore quanto più far conoscere ai cittadini della città la sua storia, che è la loro storia.
In questo modo, si potrebbero riaprire non soltanto i cancelli dell’ex Foro Boario, ma anche una strada alla conoscenza e alla consapevolezza. Solo così, in un eventuale programma, si potrebbe auspicare l’avvento di un turismo archeologico.