Attualità
Reddito di cittadinanza 2020: al via controlli a tappeto della Guardia di Finanza
Il nuovo anno si apre con la notizia delle verifiche da parte delle fiamme gialle sulla corretta funzione della misura che ha come obiettivo quello di aiutare le persone con disagi economici
Il Reddito di cittadinanza è una misura entrata in vigore nel 2019 con la finalità di contrastare la povertà e il rischio di esclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione. Il Reddito è erogato dall’Inps attraverso la “Carta Reddito di Cittadinanza”, ed è subordinato a determinate condizioni patrimoniali e di reddito del nucleo familiare del beneficiario.
Reddito di Cittadinanza 2020: si infittiscono i controlli delle fiamme gialle
La Guardia di Finanza tramite controlli e verifiche incrociate ha stilato un elenco di 2.706 beneficiari del Reddito di cittadinanza sospetti, ossia che ne beneficiano senza averne diritto. Nel mirino delle Fiamme gialle anche 172 società che di recente hanno effettuato licenziamenti o ricevuto dimissioni sospette.
Il dubbio è che, dietro a queste interruzioni dei rapporti di lavoro, si nascondino casi di percezione indebita del sussidio. Le regioni più a rischio sono il Lazio con 325 segnalati, la Lombardia con 314 casi e la Campania con 287 persone a rischio.
Reddito di Cittadinanza 2020, sanzioni: dalla revoca del beneficio alla condanna per truffa aggravata
La revoca del Reddito di cittadinanza e restituzione delle somme già percepite, sono solo le misure più lievi previste per coloro che percepiscono indebitamente tale Reddito. Il legislatore ha infatti previsto la reclusione da due a sei anni per chi al fine di ottenere il sussidio abbia reso dichiarazioni false o documenti attestanti informazioni non vere; e il carcere da uno a tre anni per chi non abbia comunicato eventuali variazioni del reddito rilevanti per la revoca o la riduzione del Reddito.
Entrambe le fattispecie penali integrano il riconoscimento del reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, previsto dall’art. 640 bis del Codice penale.
Infine, per le aziende che occupano lavoratori in nero destinatari del Reddito di cittadinanza è prevista una sanzione amministrativa, che può variare dai 1.500 a 36.000 euro, per ogni lavoratore irregolare, in base ai giorni di effettivo lavoro.