Cultura
Tutto il mondo in un presepe: il bellissimo messaggio di monsignor Carmine e di Casali
A Roccapiemonte una meravigliosa rappresentazione della natività, sul tema della fratellanza tra popoli. Tutto ciò che c’è da sapere sull’opera di monsignor Citarella
Pochi momenti sono così pregni di passione e dedizione per ciò che si fa quotidianamente, come quelli svolti in quel luogo che è la dimora del tuo cuore. Lo sa bene monsignor Carmine Citarella, anima e corpo della parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Casali di Roccapiemonte, che gestisce in ogni suo aspetto.
Dall’alba, al tramonto, e molto spesso anche oltre, fino a notte fonda. Ora e per sempre, ma in particolar modo quando c’è da profondere tutto il proprio amore verso la sua gente e la sua Chiesa nella rappresentazione della natività, quando concentra le proprie energie nella preparazione di un lavoro che – lo giuriamo – non ha eguali. La particolarità del presepe di Santa Maria delle Grazie? Ogni anno rappresenta la nascita di Gesù in un modo e in un contesto diverso.
Ci siamo introdotti in chiesa ben oltre le 19, quando don Carmine era intento ad istruire i giovani del suo corso di cresima. Il suo tono di voce calmo e serafico ci accompagna alla visita della sua opera. Una meravigliosa distesa azzurra, verde, gialla, piena di colori di tonalità davvero deliziose.
Presepe di Casali di Roccapiemonte, la meravigliosa rappresentazione della fratellanza tra popoli
Sì, don Carmine è riuscito a raccogliere, fino alla Candelora (domenica 2 febbraio), tutto il mondo in un presepe. Una vera e propria rappresentazione della Terra, in ogni suo continente, in tutte le sue sfaccettature. Una sorta di tappeto vegetale, a formare un mappamondo, dove sono stati collocati tanti piccoli presepi, uno per ogni angolo del globo rappresentato.
Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna, Islanda, Norvegia, Lapponia, Finlandia, Strasburgo, Svizzera, Pantelleria, Camerun, Tribù Masai, Etiopia, Madagascar, Sudafrica, Russia, Mongolia, Cina, India, Giappone, Thailandia, Oceania, Canada, Tribù Apache, New York, Messico, Ecuador, Perù, Amazzonia, Brasile, i due poli e, ovviamente, il Vaticano.
Non mentivamo quando parlavamo di mondo. Come è nato questo presepe? “L’idea è venuta dal fatto che volessimo rappresentare in modo adeguato la luce per la rivelazione delle genti”, svela monsignor Carmine. “Abbiamo messo in scena l’espressione del noto cantico di Simeone, in un’opera di evangelizzazione a tutto tondo sulle problematiche del mondo attuale. Tra queste c’è senza dubbio la non tolleranza del fatto che il mondo è ormai un villaggio globale, in cui dobbiamo conservare un sentimento di cittadinanza mondiale. Mantenendo sempre, ovviamente, le peculiarità di ogni Paese”.
Il tutto, illuminato da una luna di grandi dimensioni, in rilievo su tutta la scena, fulcro di un cielo trapunto di stelline che completano un’opera davvero meravigliosa. Scelta simbolica, anche questa: come la luna riflette la luce del sole e illumina la notte del mondo, così la chiesa riflette la luce di Gesù fatto uomo.
Una rappresentazione sacra? Sì, ma piena di coscienza. Anche laica: il messaggio del presepe di Casali di Roccapiemonte è così attuale e nobile che non ha neppure bisogno di essere seguito solo dai cattolici. Semplicemente bellissimo. Complimenti!