Attualità
Coronavirus, un sacrificio da compiere per tornare ad abbracciarci
Quando quest’incubo terminerà non dimentichiamo di questi momenti. Nulla ci è dovuto in questa vita, e il virus ne è la prova
Sono giorni di ansia, quelli che hanno dato il benvenuto a marzo 2020. Nessuno si sarebbe mai aspettato che le nostre abitudini sarebbero cambiate, e le nostre vite completamente stravolte. In un’epoca in cui lo smartphone ha sostituito i rapporti umani arriva un virus che elimina le vicinanze che sino ad oggi avevamo dato per scontato.
Prendere un caffè al bar con un amico, darsi appuntamento in pieno centro per fare una passeggiata, tenersi per mano e scambiarsi un saluto, sono solo alcune di quelle piccole azioni quotidiane che ci sono state private da un brutto mostro.
Quando quest’incubo terminerà, e ci risveglieremo con i telegiornali che annunciano che è davvero finita, non dimentichiamoci di questi momenti. Non scordiamo i giorni in cui in famiglia si faceva a gara per chi dovesse scendere e andare a fare la spesa, dato che il governo aveva annunciato che avrebbe dovuto farla “un solo membro per famiglia”.
Non dimentichiamo le ore di sconforto in cui pregavamo di vedere la luce del sole al più presto, di uscire dalle nostre case e andare liberamente al parco, senza il dovere di indossare dei guanti e una mascherina. Non rimuoviamo dalle nostre menti le videochiamate fatte in piena notte, piene di “mi manchi” e “ci vedremo presto”. Nulla ci è dovuto in questa vita, e il virus ne è la prova.