Calcio
Arbitri, la procura indaga sul profilo Facebook di Giacomelli
Il fischietto triestino, arbitro di Lazio-Torino, è oggetto di un fascicolo della Procura della Repubblica. Il motivo? Un nickname non permesso, e una foto con Totti…
La Procura della Repubblica indaga sul profilo Facebook dell’arbitro di Serie A Piero Giacomelli. Accade oggi, all’indomani del ritrovamento di una foto caricata dal fischietto.
L’arbitro triestino ha caricato infatti un’immagine che ritrae l’ex capitano della Roma Francesco Totti calciare un rigore. Sullo sfondo, lo stesso Giacomelli, che osserva che si rispettino le regole per la corretta esecuzione del calcio piazzato.
Potrebbe essere una situazione considerata normale, come si potrebbe invece ipotizzare una simpatia romanista per Giacomelli. Sta di fatto che il Procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha deciso di aprire un fascicolo sull’arbitro. Il fischietto triestino aveva infatti diretto Lazio-Torino, gara nella quale la squadra arbitrale aveva commesso alcuni errori, giudicati da molti decisivi per l’andamento del match.
Giacomelli, rischio deferimento per l’arbitro triestino?
C’è abbastanza materiale per deferire Giacomelli? Innanzitutto, da regolamento gli arbitri possono usare i social network. Ma non possono utilizzare nickname per impedire l’identificazione di un profilo. L’arbitro, infatti, si fa chiamare Jack O’Melly, simpatica storpiatura dei suoi nome e cognome di battesimo.
Il suo profilo personale era stato rintracciato dai tifosi della Lazio, che gli avranno sicuramente riservato insulti poco benevoli; lo stesso era stato oscurato la mattina successiva. I sostenitori biancocelesti, inoltre, hanno aperto una class action contro Giacomelli e Marco Di Bello, anche quest’ultimo nella squadra arbitrale della gara col Torino. L’accusa? Il tifoso sarebbe stato stato “leso nel proprio diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti, in quanto fondati su condotte connotate da inaccettabili profili di colpa”.