Cronaca
Sardegna in zona bianca, è la prima regione d’Italia: ecco cosa cambia
L’isola sarà la prima regione a passare nell’area con le minori restrizioni: eeco cosa prevede
La Sardegna è in zona bianca. Ufficiale la decisione, stabilita dal ministro della Salute Roberto Speranza all’interno del provvedimento che ha fissato i colori per tutte le altre zone d’Italia. I positivi dati epidemiologici consentono di portare una delle due isole del Mediterraneo a entrare nella fascia con le minori restrizioni. Vediamo insieme cosa si può fare in zona bianca: cosa prevede questa giurisdizione e cosa cambia rispetto alle zone gialla, arancione e rossa.
Zona bianca, cosa cambia per la Sardegna: le regole fissate
Per la terza settimana consecutiva i dati della Sardegna sono davvero positivi: l’isola ha infatti l’Rt più basso (0,68); inoltre, nell’ultimo aggiornamento sono stati rilevati 70 nuovi casi e il tasso di positività sceso all’1,7 per cento. Numeri che hanno portato l’esecutivo a trasferire la Sardegna in zona bianca. Ma quali sono le regole fissate, e cosa cambia per i cittadini?
Nella zona bianca non si applicano le misure restrittive previste dai DPCM per le aree gialle, arancioni e rosse. Ciò si traduce nell’assenza del coprifuoco, e nella caduta delle limitazioni per i ristoranti che, come del resto i bar, potranno rimanere aperti anche di sera. Resta in vigore l’obbligo di mascherina e di distanziamento.
Cosa si può fare in zona bianca: ecco cosa prevede
Nella Sardegna in zona bianca vengono sospese, dunque, queste restrizioni: tutte le attività commerciali dell’isola potranno riaprire, nel rispetto di specifici protocolli, comprese le attività rimaste chiuse fino ad oggi. Tra queste contiamo musei, teatri, cinema, palestre e piscine.
Cosa prevede la zona bianca per gli spostamenti? Per questo genere di restrizioni, è in corso il tavolo di confronto tra Ministero della Salute, Iss e Regione Sardegna, proprio per stabilire quali limitazioni ci saranno alla mobilità, e se cadranno le restrizioni per quanto riguarda la mobilità interregionale; fatto, quest’ultimo, improbabile, in virtù dell’aumento dei casi sul territorio nazionale.