Costume
Barca di San Pietro, la tradizionale ‘magia’ della notte tra il 28 e il 29 giugno
La storia vuole che il soffio dell’apostolo indichi la buona riuscita del raccolto successivo. Tutto ciò che c’è da sapere
Albume, acqua, bottiglia: è la notte della barca di San Pietro, la tradizionale magia che si rinnova ogni anno tra il 28 e il 29 giugno. Un’usanza particolarmente diffusa nel Nord Italia e non solo, conosciuta anche come veliero di San Pietro, che attrae grandi e piccini. Come fare la barca di San Pietro con uovo? Vediamone insieme la preparazione, e come realizzare l’interpretazione del suo significato.
La storia della tradizione, e perché si chiama così
La tradizione di preparare la barca di San Pietro affonda praticamente nella notte dei tempi. Si tratta di un rito tipico della notte tra il 28 e il 29 giugno, che consiste nel versare in un contenitore di vetro vuoto, molto spesso una bottiglia, dell’albume, e di permettere la realizzazione spontanea di strutture, formate appunto dall’albume, che ricordano le vele di una barca a vela o di un veliero.
Perché si chiama così? Il nome ‘barca’ è dovuto proprio al fatto che, quasi sempre, l’albume lasciato nella bottiglia durante la notte assume la caratteristica forma delle vele. La barca di San Pietro viene preparata in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Lombardia, Liguria e Piemonte, ma anche in alcune zone della Toscana.
Come fare la barca di San Pietro con uovo: la preparazione
Come si fa la barca di San Pietro con l’uovo? La preparazione è davvero molto semplice, e alla portata di tutti. Tutto ciò che occorre sarà un uovo, un contenitore di vetro (una bottiglia, come detto, ma anche un decanter, una brocca o un bottiglione) e dell’acqua.
Per realizzare la barca servirà riempire d’acqua il contenitore, e farci colare dentro l’albume. Molto importante questo passaggio: è fondamentale evitare che all’interno del contenitore giunga anche il tuorlo.
La bottiglia, a questo punto, va lasciata all’aperto per tutta la notte. Questo è importante per far sì che la rugiada e il sole, i responsabili della ‘magia’, facciano il loro corso.
Una tradizione soggetta a interpretazione: il significato dei ‘risultati’ vele aperte e vele chiuse
La storia della barca di San Pietro vuole che sia proprio quest’ultimo, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, a soffiare l’albume all’interno della bottiglia. E, a seconda del soffio di San Pietro, l’albume assumerà una forma diversa. Nella credenza, l’apostolo vorrebbe, con questa pratica, manifestare la sua vicinanza ai fedeli.
A questo punto entra in gioco l’interpretazione del significato delle vele aperte e delle vele chiuse. In antichità, a seconda di come apparivano i filamenti, i contadini erano in grado di capire le condizioni del tempo che li aspettava, e la portata e la qualità del successivo raccolto. Più le vele sono aperte, migliore sarà il destino di chi prepara la barca.
La spiegazione scientifica dietro la barca di San Pietro
Esiste, ovviamente, una spiegazione scientifica alla barca di San Pietro: il fenomeno è dovuto alle variazioni termiche tra il giorno e la notte, anche in relazione col suolo su cui è appoggiato il contenitore, tipiche del primo periodo estivo, che si presta bene a queste condizioni. L’umidità e il freddo della notte fanno variare leggermente la densità dell’albume che, da simile all’acqua, dovrebbe leggermente aumentare, cadendo quindi lentamente sul fondo del contenitore di vetro.