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Chi è Sergio Paini, il giornalista Rai inviato al confine tra Russia e Ucraina
Scopriamo di più su di lui attraverso la sua biografia, la sua carriera giornalistica e qualche estratto della sua vita privata
Sergio Paini è uno degli inviati che ci racconta quotidianamente la guerra tra Russia e Ucraina. In collegamento su RaiNews24 e Tg1, è uno dei volti Rai come corrispondente da Rostov sul Don, città russa al confine. Scopriamo di più su di lui attraverso la sua biografia, la sua carriera giornalistica e qualche estratto della sua vita privata.
Età, biografia e carriera del giornalista inviato per la Rai in Ucraina
Sergio Paini è nato il 16 maggio 1975. È iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, sua regione, dal 1998 e ha iniziato sin da subito la sua carriera da corrispondete dall’estero per le televisioni italiane. Per la Rai ha svolto il ruolo di inviato a Mosca già da molto tempo prima che scoppiasse la guerra tra Ucraina e Russia.
Laureato in Storia, è un esperto di Europa dell’Est e parla sette lingue. Ha lavorato in Germania e in Francia. In Bosnia-Erzegovina, dove ha conseguito un master internazionale in Democrazia e Diritti Umani, ha collaborato con le Madri di Srebrenica: da questa esperienza è nata la pubblicazione in inglese “Mothers of Justice”. Come inviato, ha seguito in particolare gli eventi nell’ex Jugoslavia e ha raccontato in diretta la rivoluzione ucraina.
Ha scritto un libro dal titolo “La mezzaluna d’Europa. I musulmani dei Balcani: dagli Ottomani fino all”Isis”. Il manoscritto tratta in particolare la questione dei Balcani: “Più che una regione geografica, agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica mondiale i Balcani sembrano riassumere ancora un’idea negativa del vivere civile, un misto di violenza e corruzione, pigrizia e primitivismo.
Anche la prospettiva “orientalista”, in voga a partire dal XIX secolo, ha sottolineato e rivalutato gli aspetti “esotici” senza però mettere mai in discussione una presunta superiorità dell’Europa occidentale.
Oggi invece servirebbe, più che mai, capovolgere il punto di vista abituale: la deriva terroristica minaccia i Balcani come il resto del mondo, ma la storia dell’Islam di questa regione, forgiata invece da secoli di convivenza e intensi processi di secolarizzazione, potrebbe servire da esempio per un futuro d’integrazione nel nostro continente”