Cultura
Giffoni Film Festival 2022, Erri De Luca: “Noi siamo obsoleti, spetta a voi cambiare le cose”
L’ambiente, la guerra, i grandi nodi dell’attualità: l’intellettuale napoletano a colloquio con i Giffoners
Ogni anno, a Giffoni, tra le nuove proposte spunta anche qualche volto familiare. Spesso è il volto di Erri De Luca, che ormai da tre anni incontra i ragazzi della sezione Impact! per discutere di attualità – dalle prime fasi della pandemia alla guerra in Ucraina, l’autore si è confrontato con i ragazzi cercando di lasciare un messaggio di speranza a partire dalla sua esperienza e dalle sue riflessioni.
Recentemente, insieme al pensionato Giacinto Fina, ha attraversato l’Europa fino al confine ucraino della Romania per portare aiuto a chi fugge dalla guerra: «C’è un verso del poeta russo Brodski che dice che al mondo non esistono cause, ma solo effetti,» ha spiegato De Luca, «anche se siamo abituati a pensare il contrario. Ma la cosa più evidente di questo pensiero è proprio la guerra perché non esiste nessuna causa che possa assumersi la responsabilità di questo orrore e se pure la volessimo forzatamente trovare, si sgretola e la guerra torna ad essere nient’altro che una antica volontà di sopraffazione.»
È per questo che l’autore pone l’accento sulla necessità di accogliere e di ripensare all’Europa come comunità, a partire proprio dai giovani — e il festival resta tra i più grandi esempi attualmente attivi di cooperazione giovanile e riflessione sulle tematiche che li riguardano da vicino. «Essere coscienza non è semplice, ha un peso, ma è questa che dà sostegno alla comunità, perché può rimproverare e far arrossire il resto del corpo,» ha affermato De Luca durante l’incontro. La sua retorica è, come hanno commentato i ragazzi dei passati incontri Impact!, una vera e propria doccia di realtà che però accende il desiderio di impegnarsi per poter alleggerire i pesi che le nuove generazioni portano sulle spalle.
Tra questi nodi caldi c’è anche l’ambiente, che è da sempre tra i pilastri tematici di Giffoni e che negli ultimi tre anni è stato posto al centro di un dibattito non solo politico e monetario — interrogandosi su quali sono le iniziative economiche realmente sostenibili e dove invece le multinazionali applicano una semplice etichetta “verde” su politiche tutt’altro che etiche — ma anche generazionale. «Oggi siamo sul peggiore pendio. Che fare in questi casi? Inventare un altro percorso per non far partire la valanga,» ha dichiarato De Luca, «e anche in questo caso, ragazzi, è un compito che spetta a voi. Noi siamo obsoleti e siamo stati solo capaci di caricare il pendio.»
Durante l’incontro nella Sala Blu della Multimedia Valley di Giffoni, è giunta anche la notizia delle dimissioni definitive del premier Draghi, ma De Luca non si è scomposto: «Preferisco guardare ciò che succede fuori da quelle stanze. A voi giovani dico, non vi emozionate troppo per queste crisi di Governo,» ha commentato con ironia.
Non un’avversione alla politica, la sua, ma un invito a farla piuttosto che a seguirla, con uno sguardo a chi ogni giorno s’impegna nelle realtà dimenticate dalle alte cariche. «Questo è il Pil segreto su cui si regge l’Italia e ci permette di essere cittadini e non clienti. Siamo circondati di persone che si danno da fare per resistere ai soprusi, sono le madri di Taranto che sopravvivono all’asfissia, la cui voce viene puntualmente ammutolita,» ha detto. «È l’Ucraina. Il mio ruolo è quello di provare ad essere strumento di amplificazione. A Napoli si dice: fatti i fatti tuoi. Io che sono profondamente napoletano, invece dico: fatti i fatti di tutti quelli che sono i tuoi contemporanei.»