Salute
Lecce, avvistata dopo cinquant’anni la zanzara della malaria
Il genere Anopheles, noto per essere il vettore della malattia, è stato riscoperto in Italia per la prima volta dopo mezzo secolo. Lopalco: “Solo un avvertimento, ma che non possiamo ignorare”
Dopo più di cinquant’anni, il genere Anopheles, noto per essere il vettore della malaria, è stato riscoperto in Italia, precisamente nel comune di Lecce. Uno studio condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, e pubblicato su PubMed, ha evidenziato la rilevanza sanitaria di questa scoperta. La zanzara della malaria avvistata in Puglia ha delle caratteristiche davvero particolari: ecco come riconoscerla in maniera efficace.
L’insetto torna in Italia dopo cinquant’anni: come si chiama realmente
Nel settembre del 2022, è stato catturato un esemplare solitario di questa zanzara, identificato successivamente come Anopheles sacharovi attraverso analisi molecolari. Questo ritrovamento ha innescato, un anno dopo, indagini entomologiche mirate, con un focus particolare sugli allevamenti di animali e potenziali siti di riproduzione del vettore.
L’importanza del controllo di queste zanzare è cruciale, dato che sono l’unico vettore capace di trasmettere il parassita della malaria, Plasmodium. “Ogni anno in Europa si registrano casi di malaria importata”, avvertono gli autori dello studio. “Il rischio di reintroduzione del plasmodium è una minaccia reale e richiede maggiore attenzione”.
Come riconoscere la zanzara della malaria, avvistata in Puglia
Le zanzare del genere Anopheles sono facilmente riconoscibili per alcune caratteristiche distintive: un corpo più snello rispetto ad altri tipi di zanzare, ali con macchie distintive e una postura particolare che le vede posarsi inclinate, quasi a formare un angolo acuto con la superficie di appoggio.
A commentare la situazione è Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene presso l’Università del Salento, che ha parlato con Adnkronos Salute, sottolineando la necessità di un’approccio equilibrato sulla questione: “È fondamentale non creare allarmismo, ma allo stesso tempo dobbiamo prendere atto dei segnali di cambiamento che il clima e l’ambiente ci stanno inviando. Non si parla di un rischio immediato di reintroduzione della malaria in Italia, ma è un chiaro avvertimento che non possiamo ignorare”.