Come funziona il Collegio Elettorale negli Stati Uniti: il meccanismo e il processo
Il Collegio Elettorale è l’organo preposto alla scelta formale del presidente e del vicepresidente degli Stati Uniti. Esso è composto da 538 grandi elettori, una cifra che riflette la somma dei senatori e dei rappresentanti che ogni stato possiede al Congresso, più tre elettori assegnati al Distretto di Columbia, grazie al 23° emendamento della Costituzione. Ogni stato, quindi, ha un numero di grandi elettori pari alla somma dei suoi due senatori e del numero di membri della Camera dei Rappresentanti, la cui distribuzione varia in base alla popolazione. Di conseguenza, gli stati più popolosi hanno un maggior numero di elettori, conferendo loro un’influenza maggiore nel processo di elezione.
Ma come funziona esattamente? Durante le elezioni presidenziali, gli elettori americani votano per un candidato, ma in realtà stanno scegliendo una lista di grandi elettori associati a quel candidato. Questi elettori si impegnano a votare per il candidato prescelto quando il Collegio Elettorale si riunisce a dicembre. Per vincere la presidenza, un candidato deve ottenere almeno 270 voti elettorali su un totale di 538. Tuttavia, in alcuni stati, il sistema “winner-takes-all” assegna tutti i voti elettorali al candidato che vince la maggioranza dei voti popolari in quello stato, rafforzando così l’importanza degli stati chiave nei quali la competizione è più serrata.
Grandi Elettori USA 2024 per Stato: il numero e la distribuzione
La distribuzione dei grandi elettori tra gli stati riflette la loro rappresentanza al Congresso e, in ultima analisi, la loro popolazione. Questo sistema ha un impatto significativo sulla strategia delle campagne elettorali, poiché i candidati concentrano spesso i loro sforzi sugli stati con il maggior numero di elettori o sugli stati oscillanti, che non sono saldamente schierati né con i Democratici né con i Repubblicani.
Ecco una panoramica dettagliata della distribuzione dei grandi elettori alle elezioni USA 2024.
- California: 55 – Lo stato più popoloso e con il maggior peso elettorale, la California è una roccaforte fondamentale per i Democratici.
- Texas: 41 – Il secondo stato con il maggior numero di grandi elettori, ha storicamente un’inclinazione verso i Repubblicani, anche se negli ultimi anni è stato oggetto di crescenti attenzioni da parte dei Democratici.
- Florida: 30 – Considerato uno degli stati oscillanti più importanti, la Florida ha un ruolo cruciale nelle elezioni, e spesso è teatro di una competizione serrata.
- New York: 28 – Storicamente una roccaforte democratica, il suo numero di grandi elettori conferisce al candidato vincente un notevole vantaggio.
- Pennsylvania: 19 – Un altro stato oscillante che ha dimostrato di essere determinante in diverse elezioni recenti.
- Illinois: 19 – Predominantemente Democratico, l’Illinois gioca un ruolo significativo nelle elezioni.
- Georgia: 16 – Stato che ha visto un notevole cambiamento politico negli ultimi anni, diventando sempre più competitivo.
- Ohio: 17 – Un indicatore chiave nelle elezioni, poiché storicamente chi vince in Ohio tende a vincere la presidenza.
- Michigan: 15 – Importante stato del Midwest che ha spesso oscillato tra i due principali partiti.
- North Carolina: 16 – Uno stato con una politica divisa, che gioca un ruolo cruciale nelle elezioni presidenziali.
- Alaska, Delaware, Montana, North Dakota, South Dakota, Vermont e Wyoming: 3 – Questi stati hanno il numero minimo di grandi elettori, ma non per questo sono irrilevanti; in un’elezione molto combattuta, anche pochi voti possono fare la differenza.
La ripartizione totale dei grandi elettori evidenzia come il sistema miri a bilanciare il potere tra stati grandi e piccoli, garantendo che anche le regioni meno popolate abbiano una voce nel processo elettorale. Tuttavia, questo meccanismo ha suscitato critiche, in quanto è possibile per un candidato vincere la presidenza senza ottenere la maggioranza del voto popolare, un fenomeno verificatosi in cinque occasioni, la più recente nel 2016. Questa caratteristica del sistema elettorale ha alimentato un dibattito acceso sull’opportunità di riformare il Collegio Elettorale per renderlo più rappresentativo della volontà popolare, rendendo la questione una delle più discusse nella politica americana.