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Calcio

Foggia-Bari 1-1: due grandi errori, e il rammarico verso le istituzioni

Gara piuttosto priva di emozioni, con due errori di Gyomber e Guarna a confezionare il pari. Spettacolo sugli spalti, ma i divieti hanno costretto i baresi all’assenza forzata

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Striscione Foggia Bari
foto: Instagram @satanelli1920

Alla fine il risultato rispecchia quanto visto in campo. Foggia-Bari finisce 1-1, con un punto a testa che non scontenta ma neppure accontenta nessuno. Entrambe le compagini pugliesi frenano la loro corsa verso i playoff.

Stroppa interrompe la rincorsa verso l’ottava posizione in classifica, che adesso dista cinque posizioni. Il Cittadella è la squadra nelle mire dei rossoneri, ed è la stessa formazione che, vincendo a Salerno, recupera due punti al Bari.

Uno spettacolo rivedibile quello visto in campo: partita contratta, con i due attacchi piuttosto spenti. Poche le occasioni davvero rilevanti nell’ambito di una gara che ha visto due errori decisivi per il punteggio. Il barese Gyomber sbaglia l’intervento in scivolata e batte inesorabilmente il proprio portiere Micai. Ma a farla grossa è l’altro estremo difensore: Guarna rinvia la palla addosso a Nenè e consente al brasiliano di puntarlo in uno contro uno, segnando un gol decisamente semplice.

Foggia-Bari 1-1: alla fine a vincere sono i tifosi

E alla fine chi ha vinto? Le due tifoserie. Quella del Foggia, che inscena una bella coreografia e colora lo stadio. I sostenitori dauni hanno offerto il loro contributo per tutti i novanta e passa minuti, tingendo l’aria di rosso e di nero e dando la carica ai ragazzi di Stroppa. ‘Vincono’, però, anche i baresi, che all’andata erano stati altrettanto spettacolari con la coreografia prepartita e con una presenza massiccia allo stadio.

Oggi i tifosi ospiti non hanno potuto assistere all’incontro, in un divieto che denuncia un modo di concepire il calcio piuttosto distorto. Perché i foggiani hanno potuto guardare la gara d’andata e i baresi non possono andare allo “Zaccheria”? La domanda che ci poniamo è la stessa che si fanno i tifosi di casa, che espongono striscioni e gridano cori a ‘sostegno’ dei ‘nemici’ che non hanno potuto essere presenti. La mentalità è tutta qui.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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