Calcio
Calcio, Pro Piacenza esclusa dalla Serie C e 0-3 a tavolino contro il Cuneo
La decisione è arrivata dopo la farsa di ieri pomeriggio nella sfida di Serie C contro il Cuneo
La Pro Piacenza è stata esclusa dal campionato di Serie C. La decisione è stata comunicata poco fa dopo la farsa di ieri pomeriggio nella sfida di campionato contro il Cuneo. Nelle ultime sono stati in tanti a pretendere una giusta punizione dopo il 20-0 subito dalla compagine piacentina.
Lo sdegno del mondo del calcio è stato unanime e sul banco degli imputati ci è finito il club piacentino reo di aver mandato in campo 6 ragazzini più il massaggiatore contro 11 professionisti. Indignato anche il presidente dell’assocalciatori Damiano Tommasi che sulla vicenda ha sottolineato: “Ma i genitori? I dirigenti? 20-0 è giocare con la dignità di altri – scrive su Instagram l’ex Roma postando una foto dei 7 giocatori della Pro Piacenza -. Nelle categorie professionistiche non è ammissibile iniziare una partita senza la squadra al completo! Si devono cambiare le regole? Cambiamole al più presto perché se aspettiamo il buon senso di ‘dirigenti’ e ‘imprenditori’ del calcio sarà sempre peggio”.
Pro Piacenza, esclusione dal campionato: ecco le motivazioni
“Esclusione del Pro Piacenza dal campionato di competenza” e “la punizione sportiva della perdita della gara con il punteggio di 0-3″: è la decisione del giudice sportivo della Lega Pro, Pasquale Marino in relazione alla gara di ieri tra Cuneo e Pro Piacenza, terminata 20-0 con il Pro Piacenza che e’ sceso in campo col numero minimo di giocatori, otto, ma tutti under 18. Nel comunicato si è evidenziato anche “l’inaccettabile comportamento della società Pro Piacenza la quale, mortificando l’essenza stessa della competizione sportiva, ha costretto sia i soggetti inseriti nella propria distinta sia i calciatori della squadra avversaria, a disputare una gara farsesca dal punto di vista tecnico (nonché pericolosa per l’incolumità fisica di soggetti non adeguatamente preparati dal punto di vista agonistico) abusando dei diritti formali certamente concessi dal regolamento, ma basati su principi di lealtà e correttezza che nella fattispecie sono stati sovvertiti, stravolti e letteralmente calpestati”.