Cronaca
Camorra in Irpinia, DIA: “Criminalità infiltrata nel contesto economico-sociale e amministrativo”
La Direzione Investigativa Antimafia ha reso noto il rapporto che prende in esame l’arco temporale che va da giugno a dicembre 2020, delineando una trasformazione nei modi di operare dei sodalizi criminali
La questione Camorra in Irpinia si arricchisce di un nuovo capitolo. La DIA ha reso noto il rapporto che prende in esame l’arco temporale che va da giugno a dicembre 2020, delineando una trasformazione della criminalità organizzata. Il quadro delineato mette in luce un’elevata pervasività nel contesto economico-sociale e amministrativo irpino.
Camorra in Irpinia, la relazione della Direzione Investigativa Antimafia sul secondo semestre 2020
La relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia delinea per l’Irpinia un nuovo modo di agire della Camorra. Importante campanello d’allarme quello che ha visto lo scioglimento del comune di Pratola Serra, che testimonia la volontà dei sodalizi criminali di mettere le mani sulle attività amministrative che gestiscono il territorio.
Il Decreto del Presidente della Repubblica che il 26 ottobre 2020 ha disposto lo scioglimento del Consiglio comunale succitato, esordisce con: “la provincia di Avellino, pur non essendo percepita dall’opinione pubblica come una zona della Campania in cui la criminalità organizzata ha permeato il contesto economico–sociale e amministrativo, ha sempre avuto al suo attivo numerosi e pericolosi focolai di camorra.”
Inoltre, è stato possibile accertare che “i lavori svolti dalla commissione d’accesso hanno preso in esame, oltre all’intero andamento gestionale dell’amministrazione comunale, la cornice criminale e il locale contesto ambientale ove si colloca l’ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori ed esponenti delle consorterie camorristiche; gli esiti hanno evidenziato come l’uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi”.
Le attività principali sono rappresentate dal traffico di stupefacenti e dalle estorsioni. Le organizzazioni operanti nella provincia, come si legge nel rapporto, “dimostrano peraltro anche una sempre maggiore propensione all’infiltrazione dell’economia legale e dei contesti politico-amministrativi specie nei settori degli appalti pubblici, delle aste giudiziarie e delle acquisizioni immobiliari riuscendo a coinvolgere con successo anche imprenditori e professionisti locali”.
Nella città di Avellino e nello stretto hinterland continua l’egemonia del Nuovo Clan Partenio, guidato dai fratelli Galdieri, costola del Clan Genovese. Dalle indagini sul sodalizio criminale “è emersa così una preoccupante espansione degli interessi del gruppo camorristico finalizzata ad acquisire il controllo delle attività di carattere economico connesse con il ramo immobiliare per assicurarsi il monopolio delle procedure di esecuzione in seno al Tribunale del capoluogo”.
Preoccupa la situazione in Alta Irpina, dove è stata registrata “l’attività di un gruppo criminale facente capo alla c.d. batteria della Società Foggiana dei SINESI–FRANCAVILLA pericolosamente insinuata nel tessuto economico irpino avvalendosi del ruolo di un personaggio locale vero e proprio referente per il clan. Il soggetto gestiva direttamente le estorsioni finalizzate all’acquisizione degli appalti per il movimento terra e gli scavi per la realizzazione dei parchi eolici”.
Situazione inalterata nel Vallo di Lauro e in Valle Caudina, dove gli equilibri criminali sono rimasti pressoché invariati, grazie all’astuta abilità di rimpiazzare e rimpolpare le fila dei gruppi.