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Cannabis, il Consiglio di Stato francese autorizza definitivamente la vendita di fiori di CBD

La sostanza non rappresenta un “rischio per la salute pubblica che giustifichi un divieto generale e assoluto”. Ora i rivenditori saranno finalmente autorizzati a vendere questi prodotti in totale tranquillità

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Cannabis verde CBD

Il CBD non rappresenta un “rischio per la salute pubblica che giustifichi un divieto generale e assoluto”: questa è la decisione del Consiglio di Stato francese.

In data giovedì 29 dicembre 2022, l’istituzione ha annullato il decreto del 30 dicembre 2021 che aveva vietato la vendita di fiori e foglie di cannabis con un contenuto di THC inferiore allo 0,3%. 

Si tratta di una battuta d’arresto per il governo, basata sull’analisi che “il CBD non ha effetti psicotropi e non causa dipendenza”, e che quindi non rappresenta un “rischio per la salute pubblica che giustifichi un divieto generale e assoluto”.

Sulla base di questo principio, sempre più persone decidono di acquistare prodotti a base di CBD presso i negozi fisici e online, come questa canapa light su Justbob.it, e-commerce di punta del settore nel nostro Paese.

Ma tornando al discorso francese, in questo articolo cercheremo di capire perché il Consiglio di Stato ha preso questa decisione.

Francia: l’ok da parte del Consiglio di Stato per la vendita di fiori di cannabidiolo

CBD: perché ora si possono vendere i fiori di cannabidiolo in Francia

Un anno fa, a fine dicembre 2021, il governo aveva vietato, tramite un decreto interministeriale, la vendita di fiori o foglie di CBD grezzi, “indipendentemente dalla forma assunta nel prodotto finito (tisane, oli, cosmetici al CBD…)”. 

Ma, fortunatamente per i rivenditori di cannabis, questa misura è stata rapidamente sospesa dal Consiglio di Stato: a fine gennaio 2022, il Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sulle conseguenze del decreto sull’industria, aveva stabilito che “non risulta dall’istruttoria […] che i fiori e le foglie di canapa con un contenuto di THC non superiore allo 0,3% siano dannosi per la salute in misura tale da giustificare un divieto generale e assoluto della loro vendita ai consumatori e del loro consumo“.

La decisione, emessa giovedì 29 dicembre 2022, era attesa, in quanto è tornata alla sostanza del caso sulla legalità dell’ordine del dicembre 2021. In altre parole, conferma la sua posizione di gennaio: il divieto generale è considerato “sproporzionato” a fronte di un rischio limitato per tre ragioni. Vediamo di capire quali sono.

Perché il CBD non può essere messo al pari del THC

In primo luogo, l’indagine condotta ha sottolineato che “il CBD ha proprietà rilassanti e calmanti ed effetti anticonvulsivanti, ma non ha un effetto psicotropo e non causa dipendenza, a differenza del THC. 

Per farla semplice, non si tratta quindi di un prodotto stupefacente.

In secondo luogo, un divieto generale dovrebbe essere giustificato e proporzionale al rischio posto dal prodotto. Tuttavia, per il momento, “la nocività delle altre molecole presenti nei fiori e nelle foglie di cannabis, in particolare il CBD, non è stata stabilita”, e il consumo di prodotti contenenti un livello di THC inferiore allo 0,3% “non crea rischi per la salute pubblica” che giustifichino un divieto totale, ha scritto il tribunale.

Infine, l’argomentazione sulla sicurezza avanzata dall’esecutivo non ha convinto il Consiglio. Per il governo, la somiglianza tra le foglie e i fiori di cannabis privi di proprietà stupefacenti e quelli che presentano queste proprietà illegali rischia di complicare il compito delle forze dell’ordine e di compromettere, di fatto, “l’efficacia della politica di lotta alle droghe”

Dinanzi a questa tesi, il Consiglio ha respinto la proposta, e ha aggiunto che le forze dell’ordine possono avvalersi di test “rapidi e poco costosi”, facilmente utilizzabili per differenziare i prodotti analizzando il livello di THC presente. 

Sì alla vendita dei fiori di CBD: cosa succederà adesso in Francia?

Sebbene deludente per il governo, questa decisione a lungo attesa è, d’altro canto, una vittoria per i professionisti che offrono fiori di CBD.

È in linea con l’analisi della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: nel novembre 2020, quest’ultima ha stabilito nella sentenza Kanavape – dal nome di un vaporizzatore di CBD – che “il CBD non sembra avere un effetto psicotropo o un effetto nocivo sulla salute umana“. 

Questo annuncio ha permesso l’apertura di molti negozi CBD in Francia.

A tal proposito, l’Union des industriels pour la valorisation des extraits de chanvre (UIVEC) ritiene che “debba ora iniziare una nuova fase di consultazione con le parti interessate del settore e le autorità pubbliche, al fine di riscrivere il decreto del 30 dicembre 2021 e di prevedere la supervisione del mercato delle foglie e dei fiori grezzi”. 

Da parte sua, l’Associazione Francese dei Produttori di Cannabinoidi (AFPC) “accoglie con favore la decisione del Consiglio, che permetterà a tutti gli attori dell’industria francese del CBD, che attualmente impiega più di 30.000 persone, di sviluppare le loro attività in pace“. 

Anche l’Union des professionnels du CBD e il Syndicat du chanvre (Sindacato della canapa) hanno espresso il loro immenso sollievo e hanno visto questo annuncio come una “battuta d’arresto” per l’esecutivo e “un possibile nuovo boom economico, la garanzia di alcuni investimenti e finalmente una maggiore benevolenza da parte delle istituzioni finanziarie”.

Conclusioni

Questo articolo aveva il proposito di illustrare la situazione odierna in Francia in merito alla vendita di fiori di CBD. Con l’ok del Consiglio di Stato, ora i rivenditori saranno autorizzati a vendere questi prodotti in totale tranquillità, in quanto il CBD non rappresenta più una minaccia.

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