Cinema
Carlo Verdone al BCT 2020: “Città bellissima! Ecco quali sono le emozioni più forti che ho vissuto”
Ieri, con l’attore romano, in scena l’atto conclusivo di un festival che anche quest’anno ha portato a Benevento grandi nomi del Cinema, della Televisione e dello Spettacolo. Questa sera fuori festival d’eccezione con l’atteso concerto di Max Gazzè al Teatro Romano.
“Avete una città bellissima e siete un popolo gentile e premuroso. Vi ringrazio per l’ospitalità che mi avete riservato. Sono stato molto bene”. E’ entrato in punta di piedi, da ospite, sebbene fosse consapevole di essere il vero protagonista di questo BCT 2020, Carlo Verdone ha emozionato la città sin dal primo passo mosso sul palco di una Piazza Cardinal Pacca stracolma di gente.
Un vero e proprio appuntamento con la storia quello di ieri in occasione della serata conclusiva del Festival del Cinema e della Televisione di Benevento. A 43 anni dal suo esordio nel mondo del cinema, l’attore e regista simbolo della comicità italiana si è raccontato tout court, tra aneddoti, curiosità e soprattutto emozioni. 39 film da attore, 27 da regista, 9 David di Donatello, 8 Nastri d’Argento e 3 Globi d’Oro, Benevento ha ospitato un pezzo di storia del cinema italiano, da molti ritenuto l’erede del grande Alberto Sordi.
Intervistato dalla giornalista Martina Riva, Verdone ha aperto la serata con il racconto dei suoi albori e quindi inevitabilmente con un riferimento alla sua amata Roma.
“Gran parte del mio successo lo devo alla mia Roma. Dalla mia città ho preso tanto per scrivere e recitare. Ho osservato i tipi di Roma, quelli che avrei poi reso dei veri e propri caratteri cinematografici. Ho sempre avuto gli occhi sulla gente semplice e anonima. Sono stato un pedinatore di italiani”.
Il racconto della carriera di Carlo Verdone è proseguito poi tra la proiezione di celebri clip di alcun delle scene più divertenti dei suoi migliori film (Grande Grosso e Verdone, Compagni di scuola, Un cinese in coma, Un sacco bello) e soprattutto tante emozioni.
“Tre sono le emozioni più forti della mia vita. La prima è legata alle riprese di “Un sacco bello”. Era il mio esordio ed ero tesissimo, non avevo dormito la notte e me la facevo letteralmente addosso. Quella mattina quando scesi di casa invece dell’autista passò a prendermi Sergio Leone e mi disse: “So’ passato io perché o’ so che te la stai facendo addosso e sei pieno di ansia”. Capite bene che trovarsi sotto casa Sergio Leone che ti aspetta per darti un passaggio è una di quelle emozioni che elabori molto lentamente. Il secondo è legato al set di “Borotalco”. Mia madre era molto malata e di lì a breve sarebbe morta. Decisi di portarla con me sul set per regalarle l’emozione di dire “motore”. Stavamo girando una scena io e De Sica e ricordo quel giorno come fosse ieri, di fronte a me avevo mia madre per una delle ultime volte; ero emozionatissimo. Il terzo è legato, invece, alla musica. Qualche tempo dopo “Borotalco” a Roma vennero i “The Police” in concerto. C’erano 15000 persone. Il gruppo stava per fare il suo ingresso sul palco e sentivo un mormorio provenire dalla platea. Iniziai ad unirmi a loro pensando dicessero “Police – Police – Police”, ma poi mi accorsi che urlavano “Carlo – Carlo – Carlo”. Scoppiai a piangere. Era un mare di gente a cui avevo comunicato qualcosa e che mi stava dimostrando un affetto incredibile. E’ stata una delle emozioni più forti della mia vita”.
Un pensiero, nel corso della serata, non poteva che andare al compianto Ennio Morricone che ha musicato i primi due film dell’attore romano e al quale Verdone ha deciso di dedicare la serata scegliendo di far proiettare, dopo l’intervista, “Bianco Rosso e Verdone”.
“Ennio ha esaltato molto i miei primi film. Le sue musiche hanno dato alle pellicole quella poesia che solo le sue note avrebbero saputo dare. Ricordo con amore Ennio e gli dedico questa serata”.
In merito al successo della sua comicità, Verdone ricorda Massimo Troisi e spiega: “Sono orgoglioso della mia comicità e di come ho fatto ridere le persone perché, insieme a Massimo Troisi, ho deciso anche io di voltare la pagina della comicità italiana. Quando uscì “Un sacco bello” e quasi contemporaneamente “Ricomincio da tre”, io e Troisi avevamo vissuto quel trapasso storico caratterizzato dalle lotte femministe e capite bene che non era più pensabile fare comicità sul mito dell’italiano stallone e gran rimorchiatore e le donne oggetto. Non a caso nei nostri film l’uomo è messo letteralmente all’angolo dalle botte della donna. Capimmo che il canone della risata era cambiato e di questo ne vado fiero”.
Nel corso dell’intervista è emerso anche il lato intimo, umano e generoso del mattatore romano che alla domanda “che effetto ti fa sapere di essere un classico del Cinema?” risponde: “Non so se sono un classico o meno. So che ho fatto ridere molte persone e soprattutto so che questo ha fatto bene. Ricordo che una volta una signora mi chiese di far visita a sua sorella in fin di vita. Accettai con non poca amarezza e tensione, ma quell’incontro mi fece bene all’anima e mi fece riflettere moltissimo sull’importanza del mio ruolo. Quando entrai, infatti, la signora mi raccontò praticamente tutta la sua vita e più volte mi ringraziò per i miei film, dicendomi che solo grazie alle mie pellicole aveva vinto dei momenti bruttissimi. Passammo tre ore a parlare della sua vita. Otto giorni dopo la signora sarebbe morta. Ricordo che quando uscì da quella casa capii quanto può essere utile un comico. Si può fare del bene anche con la durata di un film. Mi ripromisi di fare sempre meglio il mio lavoro perché per qualcuno può essere un rimedio al dolore”.
Sul finale, spazio anche un personale bilancio della carriera: “Beh, il bilancio della mia carriera è più che positivo. Ho la fortuna di lavorare da 43 anni e l’ho sempre fatto dando tutta la mia vita al cinema e alla gente. Sono stato caparbio, bravo, ma anche fortunato”.
Premiato con il riconoscimento del BCT alla carriera, Carlo Verdone ha poi salutato la città con un augurio: “Spero di ritornare presto e di girare anche a Benevento qualche scena di un mio film”.
Tra scrosci di applausi, selfie e “sei grande Carlo” è calato il sipario sulla quarta edizione del BCT che però si riserva questa sera un fuori festival d’eccezione con il concerto di Max Gazzè al Teatro Romano.