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Che cos’è lo stalking: quando sussiste il reato, cosa dice la legge, come tutelarsi

Tutto ciò che c’è da sapere su particolari casi di minaccia, violenza, molestia

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Stalking Strada
foto: flickr.com

I fatti di cronaca ci pongono, quasi quotidianamente, a conoscenza di episodi di femminicidio e violenza sulle donne, che quasi sempre sono preceduti da molestie ed intimidazioni poste in essere nei confronti della vittima dal loro carnefice. In alcuni casi, questi episodi possono rientrare nella fattispecie del reato di stalking. Vediamo in quali.

Che cos’è lo stalking? Cosa dice la normativa sul reato

La legge disciplina lo stalking all’art. 612 bis del codice penale, intitolato “Atti persecutori”, nei termini seguenti:
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.”

In parole semplici, il reato si configura quando un soggetto volontariamente pone in essere più condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza di sottoporre abitualmente la vittima ad una condotta offensiva. Si tratta di atti persecutori, ossia, di comportamenti intrusivi ripetuti nel tempo, nella sfera personale della vittima che risulta infastidita e/o preoccupata di tali attenzioni non gradite.

Inoltre l’art. 612 bis c.p. prevede pene più severe “se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa” oppure “se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità.”

La norma ha lo scopo di sanzionare determinati episodi di minacce o di molestie reiterate, prima che queste possano degenerare in condotte più gravi, quali le violenze sessuali o addirittura l’omicidio.

Stalking, quando le minacce e le molestie rientrano in questo caso?

In primo luogo, si può parlare di stalking in presenza dell’elemento della “reiterazione”, ossia la ripetizione nel tempo delle condotte criminose. Sul punto la Corte di Cassazione ha precisato che una sola condotta molesta non può bastare affinché si possa parlare di stalking, tuttavia è sufficiente che il reo abbia commesso almeno due atti persecutori ai danni della vittima. (Cass. pen. Sez. 5, Sentenza n. 33842 del 03/04/2018).

In secondo luogo, le condotte poste in essere dallo stalker (minacce, pedinamenti, insulti) devono produrre nella vittima uno stato di ansia o di paura, ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto, costringere lo stesso a cambiare le proprie abitudini di vita.

Sul punto la Cassazione ha ribadito che “è sufficiente che le condotte abbiano un effetto destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico della vittima” (Cass. sez. 5, Sentenza n. 18646 del 17/02/2017).

Inoltre secondo la Cassazione non è necessario un incontro fisico tra vittima e stalker, poiché sono sufficienti anche pochi messaggi via WhatsApp ed una telefonata dal tono minaccioso, purché abbiano indotto la vittima a modificare le proprie abitudini. (Cass. sez. 5, Sentenza n. 61 del 02/01/2019)

La vittima di stalking, infatti, in seguito alle persecuzioni subite, si porta dietro nel tempo stati d’ansia, problemi di insonnia e incubi. Spesso a causa delle molestie ripetute subite, la vittima è costretta anche a cambiare il proprio modo di vivere: evita di uscire da sola o abbandona la palestra.

Stalking, come tutelarsi? Ecco cosa possono fare le vittime

Lo stalking è procedibile a querela della persona offesa ed il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Ciò significa che la vittima di atti persecutori deve denunciare il fatto alle autorità preposte. Si procede d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità o quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.

La legge per la tutela delle vittime di stalking ha introdotto strumenti cautelari volti ad interrompere la condotta di stalking prima dell’accertamento della responsabilità penale, quale ad es. il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Taluni episodi gravi vanno sempre denunciati, affinché si possa ricevere tutela e affinché non sfocino in qualcosa di ancora più grave ed irreparabile.

Lo Stato, al fine di favorire la tutela legale delle vittime di stalking, prevede per queste la possibilità di accedere al gratuito patrocinio a spese dello Stato a prescindere dal reddito.

Nato a Vico Equense il 26 Aprile 1990, è un giovane avvocato specializzato in diritto penale e tributario. Laureato in Giurisprudenza nel 2016 presso l’Università di Napoli Federico II, e nel 2019 in Management presso l’Università delle Camere di Commercio di Roma. Ambizioso, determinato, ed empatico nei rapporti umani, da sempre attivo nel campo del volontariato e della promozione sociale, schierato accanto dei più deboli per la tutela dei loro diritti. Inguaribile viaggiatore, amante dell’arte e del buon cibo italiano.

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