Cultura
Classici italiani per adolescenti: cosa leggere nell’età del malessere
Dacia Maraini definisce l’adolescenza “l’età del malessere”, la media aetas tra la fanciullezza e l’età adulta, indefinita e incerta. Alcuni libri pensati per quell’età
Nel suo secondo romanzo, Dacia Maraini definisce l’adolescenza “l’età del malessere”, la media aetas tra la fanciullezza e l’età adulta, indefinita e incerta. Presentiamo qui una serie di titoli che potrebbero essere indirizzati a un pubblico di questo tipo: ecco alcuni classici italiani per adolescenti da leggere.
Classici italiani per adolescenti da leggere: una piccola lista
- Tu, mio di Erri de Luca. “Nu, nu, battono i colpi del tuo sangue nelle mie mani, in questa folla io sono tuo, ma così tuo, Hàiele, che non potrò più essere di nessuno. «Tu, mio», mi diceva, «Tu, mio».” L’opera è un romanzo di formazione ambientato nell’Ischia degli anni ’50. Tu, mio è la storia d’amore di due adolescenti e un romanzo di formazione.
- Io e te di Niccolò Ammaniti. Io e te è un romanzo breve di Niccolò Ammaniti, pubblicato nell’ottobre del 2010. “Tra poche ore sarei uscito da quella cantina. E sarebbe stato di nuovo tutto uguale. Eppure sapevo che oltre quella porta c’era il mondo che mi aspettava e io potevo parlare con gli altri come fossi uno di loro. Decidere di fare le cose e farle”.
- La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. È un romanzo pubblicato nel 2010. “I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi”.
- Oceano mare di Alessandro Baricco. Oceano mare è un romanzo di Alessandro Baricco del 1993, tra i più noti dell’autore. “Sulle labbra della donna rimane l’ombra di un sapore che la costringe a pensare “acqua di mare, quest’uomo dipinge il mare con il mare”.
- Niente di vero tranne gli occhi di Giorgio Faletti. Secondo romanzo dell’autore, pubblicato nel 2004. “Si dicono parole che lasciano dietro conseguenze e significati. Si fanno gesti che possono ferire, per volontà espressa o per leggerezza. O per il semplice timore di essere feriti”.