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Cristo si è fermato a Eboli: perché si dice così? Riassunto e trama dell’opera
Tutto ciò che c’è da sapere sull’espressione e su quanto graviti attorno a essa
In molti, nella loro vita, hanno pronunciato un’espressione che è entrata nell’immaginario collettivo degli italiani. Probabilmente, però, chi ha usato questa frase non ne conoscono il reale originario significato e la storia che vi è dietro. Spesso si dice che Cristo si è fermato a Eboli. Ma perché si dice così? Andiamo alla scoperta dell’opera dalla quale viene tratta l’espressione e delle ragioni per le quali viene utilizzata.
Perché si dice Cristo si è fermato a Eboli? Significato originale della frase
L’eziologia della frase Cristo si è fermato a Eboli proviene dall’omonimo romanzo di uno dei più grandi scrittori del Novecento italiano: Carlo Levi. Quest’opera tratta come argomento principale l’arretratezza del Sud Italia, troppo spesso considerato (a ragione, per l’epoca) molto più arretrato del Nord che, con la Pianura Padana, il triangolo industriale e il Triveneto, sviluppava una ricchezza maggiore per il Paese, e poteva vantare una qualità della vita migliore.
Per comprendere a fondo il significato dell’espressione occorre calarsi nella mentalità dell’epoca, secondo la quale i posti che erano stati raggiunti da Gesù Cristo potessero incontrare il proprio benessere e liberarsi dalle sofferenze e dall’arretratezza perseguendo la civiltà. Va da sé che, se Cristo non supera Eboli perché si ferma, dalla città campana in giù, ossia nel profondo Mezzogiorno, la stessa civiltà va pian piano scomparendo.
È lo stesso autore a scrivere così nella prefazione del romanzo: “Come in un viaggio al principio del tempo, Cristo si è fermato a Eboli racconta la scoperta di una diversa civiltà. È quella dei contadini del Mezzogiorno: fuori della Storia e della Ragione progressiva, antichissima sapienza e paziente dolore. Il libro tuttavia non è un diario; fu scritto molti anni dopo l’esperienza diretta da cui trasse origine, quando le impressioni reali non avevano più la prosastica urgenza del documento“.
Cristo si è fermato a Eboli: riassunto, trama e frasi dell’opera
Un’opera, quella di Carlo Levi, come detto, aspramente critica verso il Sud Italia. Si tratta di un racconto autobiografico in cui lo stesso Levi, lasciato il borgo di Grassano, precedente tappa del suo confino, racconta di essere giunto a Gagliano, oggi conosciuta come Aliano. Nel piccolo paese lucano (ci troviamo in quella che è oggi la provincia di Matera) viene presentato al segretario comunale e al brigadiere. Il primo impatto con Aliano, suggerisce subito alla mente di Levi l’idea della morte.
Di lì, è una serie di situazioni nelle quali, secondo l’autore, emerge l’arretratezza della Basilicata del tempo. Ad esempio, dovendo ricorrere a delle cure mediche, Levi si rivolge ai due medici del paese, i dottori Gibilisco e Milillo, che però, pur esercitando quella professione, non ne sono affatto validi rappresentanti. Dunque, la presunta povertà di studi teorici dei due induce Levi ad avere una sorta di timore.
Atteggiamenti miscredenti, superstizioni, ma soprattutto varie peripezie, perdurate per diversi mesi, condurranno Levi, spinto da un telegramma che annuncia la morte di un parente, al ritorno nella propria città, Torino.
Lo stesso romanzo autobiografico è diventato ispirazione per un film del 1979 diretto da Francesco Rosi, e interpretato da Gian Maria Volonté. In esso viene descritto un mondo primitivo, pieno di superstizioni, in cui non si può buttare la spazzatura di notte perché l’angelo che c’è alla porta se ne andrebbe.
Cristo si è fermato a Eboli per non vedere Potenza: lo striscione dei tifosi del Matera
Una frase, “Cristo si è fermato a Eboli”, che in passato è stata utilizzata in modo scherzoso anche in un ambito decisamente diverso. Tra i due capoluoghi di provincia della Basilicata, Potenza e Matera, non corre buon sangue, specie dal punto di vista sportivo. Così, durante un derby giocato in casa del Matera, gli stessi tifosi biancazzurri esposero uno striscione dedicato ai ‘cugini’: “Cristo si è fermato a Eboli per non vedere Potenza“. Un perfetto esempio di come un’opera venga resa profana da uno scherzoso sfottò, rimasto celebre nella storia della rivalità tra le due fazioni e non solo.