Cronaca
Antiriciclaggio, arriva la stretta sul denaro contante: i limiti decisi dalla normativa
Il decreto conferma l’obbligo di dichiarazione per chi entra o esce dal Paese con una somma pari o superiore a 10mila euro. Inasprite le sanzioni, rivista la definizione di contante
Il Consiglio dei ministri di lunedì 9 dicembre metterà sul tavolo una bozza di decreto legislativo che segnerà un’importante svolta nella gestione del denaro contante. L’obiettivo? Rafforzare i controlli sui movimenti di denaro in entrata e in uscita dal territorio italiano e introdurre sanzioni più severe per chi non rispetta le regole.
Cosa prevede la normativa: gli obblighi e il limite previsti
Il decreto conferma l’obbligo di dichiarazione per chi entra o esce dal Paese con una somma pari o superiore a 10mila euro. Tuttavia, questa volta si va oltre. Anche cifre inferiori potranno essere trattenute temporaneamente dalle autorità se emergeranno sospetti di attività illecite. L’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza avranno il potere di sequestrare il denaro, non solo in caso di mancata dichiarazione, ma anche quando le informazioni fornite risultino incomplete, inesatte o qualora il denaro non venga messo a disposizione per i controlli.
La bozza prevede il sequestro temporaneo del contante per un massimo di 30 giorni. Questo termine potrà essere esteso fino a 90 giorni se si sospettano legami con attività criminali. Si tratta di un tempo che servirà alle autorità per raccogliere gli elementi necessari per eventuali procedimenti penali.
Denaro contante, le sanzioni previste e la nuova definizione
Le sanzioni diventano molto più pesanti: si passa da una percentuale del 30-50% dell’importo eccedente dichiarato a nuove aliquote del 50, 70 e persino 100%. In ogni caso, l’importo minimo della multa sarà di 900 euro, con un tetto massimo che può arrivare fino a un milione di euro.
La definizione stessa di contante viene aggiornata. Oltre a banconote e monete, il decreto include strumenti negoziabili al portatore come traveller’s cheque, assegni, vaglia e persino carte prepagate non nominative. Un ampliamento che riflette l’evoluzione dei mezzi di pagamento, sempre più variegati.