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Spettacolo

“Doc – Nelle tue mani”, 9 milioni di telespettatori. Ma è la fiction di cui abbiamo bisogno?

Il 31,4% di share televisivo, per una serie nella quale la mancanza di professionalità dei personaggi interpretati lasciano ben poco spazio alla body positivity

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Doc nelle tue mani

Le ultime due puntate della prima parte della fiction Rai “DOC – Nelle tue mani” sono andate in onda giovedì 16 aprile, totalizzando il 31,4% di share. La fiction, con protagonista Luca Argentero, è il medical drama tratto dal libro “Meno Dodici” di Pierdante Piccioni e Pierangelo Sapegno. 

“Doc – Nelle tue mani”, la dubbia professionalità di personaggi e battute

Durante la puntata “Like” i medici e gli specializzandi assistono una paziente-influencer (personaggio d’invenzione), molto seguita sul web e di bell’aspetto. Questa si reca al Policlinico Ambrosiana di Milano perché prova dei fastidi alle gambe e non sa a cosa siano dovuti. Alla fine si scoprirà che la causa di questi dolori era un avvelenamento da metalli derivante da un intervento di chirurgia estetica per l’aumento del seno svolto in maniera grossolana e poco professionale.

Nella serie, tuttavia, di poco professionale ci sono anche i commenti degli aspiranti dottori che si dividono, sommariamente, in due “fazioni”: da un lato c’è l’aspirante dottoressa che, come ammetterà nella puntata, è invidiosa della paziente e, dall’altro, ci sono i due aspiranti medici che si comportano come due adolescenti. L’influencer viene definita come una donna piena di talento, anzi piena di “due talenti”. Il commento poco felice è riferito ai seni della ragazza, che sembrerebbero essere l’unico motivo per il quale lei è famosa sui social. Più avanti, una delle aspiranti trova in rete una foto di quando la ragazza “aveva decisamente meno talento” e così si scopre dell’intervento.

Certi tipi di commenti non sviliscono solo chi li riceve, ma anche chi li fa. Ora, qui, la situazione sembrerebbe più grave, dal momento che questi commenti provengono da due “dottori” e sono rivolti a una paziente. È un peccato che la Rai abbia utilizzato questa situazione per riproporre per l’ennesima volta lo stesso stereotipo della ragazza rifatta che si comporta in modo frivolo e civettuolo e che solo davanti a una probabile tragedia rinuncia alla “bellezza esteriore” per riscoprire quella “interiore”.

“Doc – Nelle tue mani”, perché è importante non sminuire la body positivity

Siamo in un periodo storico in cui si cerca di portare avanti la body positivity. Criticare una persona solo perché sceglie volontariamente di sottoporsi alla chirurgia estetica per migliorare quello che lei crede essere un difetto (o per qualsiasi altro motivo) non è utile a questa causa, non aiuta qualcuno ad accettare il proprio corpo e la propria fisicità; finisce per essere una critica fine a sé stessa, un commento da bar che non ci aspetteremmo in nessun altro contesto. Tantomeno in prima serata. Tantomeno da un servizio pubblico radiotelevisivo. 

L’unica morale che si poteva trarre da tutta questa storia (e in parte c’è) è che è sbagliato affidarsi a ciarlatani per risparmiare su un intervento chirurgico, perché le conseguenze ci sono e possono portare persino alla morte. 

Nata a Nocera Inferiore il 3 dicembre 2000, è giornalista praticante presso ZetaNews. Diplomata al Liceo Classico "Marco Galdi" nel 2019, dallo stesso anno è studentessa di Lettere Classiche presso l’Università degli studi di Salerno. Appassionata di scrittura creativa, ha partecipato a diversi concorsi letterari: nel 2016 si è classificata terza al concorso “le parole sono ponti” e nel 2019 si è classificata seconda al Premio Badia di Cava De’ Tirreni. Ama i libri, l’arte e raccontare le ingiuste condizioni del patrimonio artistico della città in cui vive. “Figlia” del Pirandello giornalista, cerca di non fermarsi mai alla narrazione superficiale degli eventi. «E mentre il sociologo descrive la vita sociale qual essa risulta dalle osservazioni esterne, l’umorista armato del suo arguto intuito dimostra, rivela come le apparenze siano profondamente diverse dall’essere intimo della coscienza degli associati». (Pirandello, saggio sull’umorismo)

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