Elena Ferrante, uscita del nuovo libro il 7 ottobre

È ufficiale, il 7 ottobre uscirà il nuovo libro di Elena Ferrante. Il titolo è solo uno dei tanti misteri che avvolgono la scrittrice. L’uscita del libro è stata annunciata il 9 settembre dalla sua casa editrice, Edizioni E/O, con un tweet.

Siamo lieti di annunciare che il nuovo romanzo di Elena Ferrante sarà in libreria il 7 novembre 2019.

— Edizioni E/O (@EdizioniEO) September 9, 2019

Elena Ferrante, donne fragili nel meraviglioso e doloroso spettacolo della vita

Elena Ferrante è un fenomeno letterario. Amata all’estero, discussa e amata in Italia, è una delle scrittrici più lette del momento. Dai suoi libri traspare una Napoli diversa, raccontata nella semplicità e nella brutalità della sua quotidianità, una città che cresce insieme alle protagoniste e i protagonisti de “L’amica geniale”. Scrive di donne. Donne che amano, donne che scoprono loro stesse e il proprio universo fatto di traumi da superare, di limiti da accettare. La sua penna è dura e cruda. È capace di raccontare la maternità e il rapporto madre-figlia in una maniera completamente nuova e vera (come ne “La figlia oscura”). Elena Ferrante ci propone il meraviglioso e doloroso spettacolo della vita visto dalla prospettiva di donne fragili che sanno rinascere dalla loro fragilità, trasformandola. Non ci stupiremo se il nuovo libro in uscita porterà in scena temi affini alla sensibilità a cui la scrittrice ci ha abituato nei suoi libri precedenti. A questo proposito, abbiamo anche uno stralcio dal quale possiamo intuire la trama.

“Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione…”.