Politica
Quirinale, dal quarto scrutinio maggioranza assoluta per eleggere il presidente della Repubblica
Per i primi tre scrutini sono necessari 673 voti per l’elezione del presidente. Dal quarto occorrono invece 505 voti. Ma perché è così?
Non è ancora fumata bianca, ma potremmo essere vicini all’elezione del Capo dello Stato. Il nome del successore di Sergio Mattarella potrebbe venir fuori nei prossimi due giorni quando, dopo i primi tre scrutini, subentra il criterio di maggioranza assoluta. Ma che cosa sono maggioranza assoluta e maggioranza relativa, e quali sono le differenze tra questi due elementi importanti nell’elezione del presidente della Repubblica?
Elezione presidente della Repubblica, come funziona e quanti voti servono
L’elezione del presidente della Repubblica è uno dei momenti più importanti per l’esercizio della democrazia rappresentativa. Sono infatti i cosiddetti grandi elettori – 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno – a decidere chi deve rappresentare la massima carica dello Stato italiano per i prossimi sette anni.
Come in ogni democrazia parlamentare, anche in Italia la maggioranza dei voti si ottiene mantenendo accordi e con la volontà dei partiti politici, e dunque tra i 1009 grandi elettori. Tuttavia, nel caso dell’elezione del presidente della Repubblica, ci troviamo di fronte a una situazione per cui è richiesto un numero di voti tale che nessuna forza politica possa eleggere, da sola, un cittadino, e che difficilmente le coalizioni possono raggiungere. Per la precisione, per i primi tre scrutini si tratta di 673 voti. Dal quarto occorrono invece 505 voti. Ma perché è così?
Differenze tra maggioranza assoluta e maggioranza relativa: cosa sono?
Abbiamo parlato di maggioranza assoluta e maggioranza relativa per quanto riguarda i vari scrutini. Ebbene, occorre precisare come per le prime tre votazioni sussista la maggioranza relativa, mentre dalla quarta in poi il presidente viene eletto per maggioranza assoluta.
Quali sono le differenze che intercorrono tra di esse? Dicesi maggioranza relativa una situazione in cui una persona, una forza politica, un candidato, raggiunga un numero di voti superiore a quelli ottenuti da ciascun’altra opzione nella stessa votazione, ma inferiore a quello di tutte le altre opzioni messe insieme. Cosa significa? Che la maggioranza relativa si ottiene quando un’opzione totalizza almeno i due terzi dei voti degli elettori. 673 è infatti esattamente il 66,66% di 1009.
Dal quarto scrutinio, invece, l’elezione del presidente della Repubblica avviene per maggioranza assoluta. In questo caso, l’opzione vincente potrà essere tale anche ottenendo il 50% dei voti totali più uno. È per questo che su 1009 grandi elettori, 505 basteranno dalla quarta votazione in poi.
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