L’Europa continua a confrontarsi su come affrontare il conflitto in Ucraina, con divisioni interne sempre più evidenti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha scelto il Globsec Forum di Praga per il suo primo intervento dopo la rielezione, lanciando un chiaro messaggio a coloro che spingono per interrompere il sostegno all’Ucraina, ammonendo che questa scelta non porterà la pace, ma piuttosto la sottomissione di Kiev.
UE, Von der Leyen: “Nessuno pensi che pace significhi resa o che sovranità equivalga a occupazione”
Al centro delle polemiche c’è l’Ungheria, che si oppone con forza alla linea più dura promossa dall’alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Josep Borrell. Quest’ultimo ha ribadito la necessità di permettere all’Ucraina di utilizzare le armi per colpire obiettivi militari in territorio russo, difendendo la posizione che tali azioni non significherebbero una dichiarazione di guerra a Mosca. Tuttavia, alcuni Stati membri, come l’Italia, esprimono preoccupazioni per le potenziali escalation. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiarito che, pur sostenendo l’Ucraina, l’Italia non autorizza bombardamenti su Mosca, invitando alla cautela per evitare di alimentare ulteriormente il conflitto.
Nonostante le divergenze, l’Unione Europea procede con l’assistenza militare a Kiev. È stato dato il via libera all’addestramento di altri 15.000 soldati ucraini, portando il totale a 60.000, e sarà aperta una “cellula di coordinamento” a Kiev per migliorare la cooperazione con le forze armate locali. Nel frattempo, le forniture di munizioni sono state accelerate, raggiungendo il 65% dell’obiettivo previsto. Sul campo, però, il conflitto non si arresta: si registrano nuovi bombardamenti e vittime in Ucraina, mentre le forze di Kiev continuano ad avanzare nel Kursk, suscitando interrogativi sulla strategia del presidente Zelensky.