Cronaca
Fallimento Parma: la Procura chiede il rinvio a giudizio per Ghirardi, Leonardi e altri 21
La procura ha puntato il dito contro 23 persone, tra le quali figurano l’allora patron e il suo braccio destro
Un buco da 218 milioni di euro e un fallimento che lasciò strascichi di insoluti e famiglie senza stipendi. Ora la Procura chiede il rinvio al giudizio per 23 presunti “corresponsabili” che costrinse il Parma Calcio ad abbandonare i campionati professionistici e ripartire dai dilettanti. Bancarotta fraudolenta aggravata, bancarotta documentale, truffa e accesso abusivo al credito: questi i reati contestati a vario titolo.
Di quel profondo rosso la Procura ha individuato 23 responsabili: il patron Tommaso Ghirardi e il suo braccio destro Pietro Leonardi. La lunga lista comprende dirigenti, amministratori, sindaci e revisore. C’è anche Emil Kondra, acquirente della società per 1 euro, mentre non è presente Giampietro Manenti, presidente del Parma dal febbraio al marzo 2015 arrestato poi per autoriciclaggio .
Crac Parma: 218 milioni i debiti
Secondo quanto riportato dalla “Gazzetta di Parma”, il pm Paola Del Monte ha coordinato l’indagine, portata avanti dalla Finanza, e ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio in merito alla vicenza del “crac Parma Fc”. Secondo la procura, infatti, la società era sull’orlo del baratro già nel luglio 2012, ma il Tribunale di Parma dichiarò fallito il club solo il 19 marzo 2015: i debiti ammontavano a 218 milioni di euro.
Ma come si arrivò fino al 2015? Grazie a operazioni ingigantite e taroccamento di bilanci a partire dal 2010, con il Parma che arrivò a iscrivere a bilancio oltre 90 milioni di plusvalenze.