Attualità
Ucraina, le più belle filastrocche per insegnare la pace ai bambini
Sono le poesie che potrebbero salvare il mondo dalla cattiveria del genere umano, troppo spesso inaridito di fronte a quella che è la cosa più bella di tutte: la pace
I bambini, anime innocenti e pure, non avrebbero mai voluto la guerra in Ucraina che sta drammaticamente segnando le nostre giornate. A loro devono essere destinati dei messaggi di pace, che possano nutrire in loro solo i sentimenti più belli. Ecco dunque alcuni esempi per trasmettere una filastrocca della pace in Ucraina ai bambini a scuola.
Le più belle poesie per bambini per dire no alla guerra
Sono le poesie che potrebbero salvare il mondo dalla cattiveria del genere umano, troppo spesso inaridito di fronte a quella che è la cosa più bella di tutte: la pace. Alcuni esempi di filastrocca della pace per dire no alla guerra in Ucraina, e per trasmettere un messaggio ai bambini.
La preghiera per la pace di Madre Teresa di Calcutta.
O Signore,
c’è una guerra
e io non possiedo parole.
Tutto quello che posso fare
è usare le parole
di Francesco d’Assisi.
E mentre prego
questa antica preghiera
io so che, ancora una volta,
tu trasformerai la guerra in pace
e l’odio in amore.
Dacci la pace,
o Signore,
e fa’ che le armi siano inutili
in questo mondo meraviglioso.
Amen.
Madre Teresa
“La pace”, meravigliosa filastrocca di Gianni Rodari contro la guerra.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
e orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
Gianni Rodari
Filastrocca della pace in Ucraina, quale insegnare ai piccoli a scuola
Come non citare la meravigliosa “Filastrocca della pace”?
Un giorno un bimbo chiese alla terra :
saresti felice senza più guerra?
La terra rispose a quel bimbo buono :
ma chi potrà mai farmi un tal dono?
Forse un po’ anch’io, il bimbo rispose,
ridendo alla vita, apprezzando le cose,
prendendo la mano di chi mi ha ferito,
stringendola a me e chiamandolo amico.
di Gabriele C. di Ancona