Cultura
Cultura, è morto il filosofo Gianni Vattimo: aveva 87 anni
Il rinomato filosofo era noto come il precursore del “pensiero debole”. Celebri i suoi studi su Nietzsche
Lutto nel mondo della filosofia. È morto Gianni Vattimo. Aveva 87 anni. Il rinomato filosofo era noto come il precursore del “pensiero debole”, è scomparso all’età di 87 anni. Dopo un ricovero post-Ferragosto presso l’ospedale di Rivoli, le sue condizioni erano state rese pubbliche da un post su Facebook dell’assistente e compagno del filosofo, Simone Caminada.
Chi era Gianni Vattimo: un filosofo di spicco e uno studioso di Nietzsche
Vattimo, una figura di spicco nel panorama filosofico mondiale, è stato un ardente esponente della filosofia ermeneutica. Ha proposto un distacco dalla metafisica tradizionale, sostenendo la relatività di ogni punto di vista filosofico. Conosciuto per i suoi studi approfonditi su figure come Heidegger, Nietzsche e Gadamer, ha diretto la Rivista di estetica e ha fatto parte dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Non si è limitato al solo mondo accademico: Vattimo ha anche intrapreso una carriera politica come europarlamentare, ed è stato una voce influente nei media, partecipando a programmi TV sulla Rai e scrivendo per testate come La Stampa, La Repubblica e L’Espresso.
Un aspetto distintivo del suo approccio filosofico è stato il suo rapporto con la religione; soleva sottolineare come “La religione fosse una spinta per combattere le ingiustizie”. Inoltre, Vattimo ha giocato un ruolo significativo nella lotta per i diritti LGBTQ+, identificandosi come “omosessuale e cristiano”. Questo aspetto della sua identità ha influenzato la sua visione e l’elaborazione del “pensiero debole”, la corrente filosofica che ha contribuito a diffondere.
La teoria del pensiero debole del filosofo
Il pensiero debole di Gianni Vattimo rappresentò una risposta alla crisi delle fondamenta razionalistiche e cartesiane della filosofia moderna. Vattimo ridefinì il Superuomo di Nietzsche come “Oltreuomo”, liberandolo dalle pesanti responsabilità delle etiche tradizionali e vedendolo come un soggetto che accoglieva il proprio destino. Per Vattimo, l’essere non era più un fondamento inamovibile, ma era fluido e suscettibile a continue reinterpretazioni.
Questa visione dell’essere lo portò a sostenere un’idea di conoscenza basata sull’interpretazione piuttosto che sulla mera razionalità. Egli sfidò inoltre gli ottimismi storici come l’illuminismo, promuovendo la validità di molteplici punti di vista. Riguardo alla religiosità, introdusse la nozione di “credere di credere”, vedendo la fede più come una guida esistenziale che come una verità assoluta. In generale, Vattimo propose una filosofia che abbracciava fluidità, incertezza e pluralità di interpretazioni.