Attualità
Gli acconciatori di Nocera: “Vogliamo garantire servizio di qualità rispettando le regole”
Alcuni dei professionisti del capello nocerini hanno espresso la propria voce: “Riaprire quanto prima, nel pieno rispetto delle norme igieniche e di sicurezza”
Se c’è una cosa che ci ha insegnato questa quarantena, è che le migliori iniziative sono quelle che vengono condotte quando alla base vi è un sentimento comune, un obiettivo unico. Nel caso degli artigiani, quello di garantire un servizio di qualità ai propri affezionati concittadini, riprendendo a lavorare e a offrire la propria professionalità nel pieno rispetto delle norme dell’igiene.
A Nocera Inferiore, nelle ultime settimane, alcuni acconciatori hanno deciso di costruire le fondamenta della propria unità su questo nobile intento, lanciando un messaggio ben preciso: sono pronti a ripartire, in qualsiasi momento. Ma vogliono farlo, beninteso, con tutte le garanzie del caso. Per loro, per la propria attività ma anche e soprattutto per la collettività.
Alcuni dei professionisti del capello nocerini hanno concesso con grande piacere alla nostra redazione di esprimere il loro pensiero, e di dar voce a quanto emerge dal confronto degli ultimi giorni. Un’associazione spontanea di persone che amano il proprio lavoro e la comunità nocerina.
Gli acconciatori di Nocera: “Garantire protocollo di sicurezza per ripartire nel rispetto delle regole”
Proprio la salute dei clienti è stata fissata come aspetto fondamentale per la prosecuzione di questo genere di attività, ma anche per qualsiasi altro esercizio commerciale: “La nostra priorità assoluta è quella di garantire un servizio di qualità ai cittadini, e di lavorare nel massimo rispetto delle regole, garantendo che l’igiene e la salute vengano sempre al primo posto. Chi fa questo mestiere ha nella sua indole due parole: qualità e pulizia”.
La necessità maggiore, in questo momento, è infatti quella di un protocollo di sicurezza per tutelare la categoria, forse troppo spesso relegata, liquidata con un “tanto apriranno per ultimi”. Ingiusto, seppur considerando il fatto che, inevitabilmente, si tratta di uno dei mestieri in cui il contatto ravvicinato con il pubblico è una prerogativa.
A maggior ragione, proprio per questo emerge il bisogno dell’attivazione di precise procedure per tutti: “Secondo noi non è possibile chiudere le attività di una categoria di persone e aprirne tante altre. Saremmo favorevoli a una pronta riapertura, ovviamente, lo ribadiamo, nel rispetto delle regole”.
Che il Governo e la Regione pensino anche a questa classe di artigiani. E lo facciano seriamente. Prima che continui a dilagare il vergognoso fenomeno degli ‘abusivi’, pseudo-professionisti che si recano nelle abitazioni per svolgere clandestinamente questo nobile mestiere, spesso in barba a ogni regola di sicurezza e igiene. Ne va di un’intera categoria, di una classe sociale, di una comunità.