Musica
Il 21 giugno sarà un giorno #senzamusica: i motivi della protesta lanciata dagli artisti
La protesta contro il governo per le misure economiche post-Covid
“Nella musica lavorano in tanti, non solo i musicisti e i cantanti. La Musica fa cultura, educa, emoziona, intrattiene e, se non bastasse, produce economie importanti (il solo comparto Cultura fa il 16% del PIL) dando lavoro a decine di migliaia di persone che oggi, causa CoVid19, rischiano di restare a casa. Sappiamo che ci sono delle proposte di emendamento al DL Rilancio che ci riguardano. Chiediamo che la politica non le ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della Musica.”
Questo messaggio è stato condiviso sui social da molti cantanti: Brunori, Claudia Lagona (in arte Levante), Andrea Appino e tanti altri.
Il 21 giugno sarà un giorno senza musica. La motivazione è molto semplice: il settore culturale, e in particolar modo quello musicale, pretende di non essere tagliato fuori dal nuovo DL Rilancio. Circa 8000 sono le proposte da varare, tra queste molte riguardano il mondo della musica e dei concerti e tutto ciò che sta dietro questo mondo: tecnici, fonici etc…
La musica chiede garanzie al governo e lancia l’hashtag #senzamusica per farsi “ascoltare”.