Cronaca
L’Italia siete voi: un augurio a tutti i commercianti, artigiani, professionisti del Paese
Lettera aperta a chi in questo 18 maggio 2020 ha trovato la sua primavera, a chi deve ancora trovarla, a chi per ora l’ha smarrita. Siete l’anima di questo Paese, la spina dorsale delle nostre comunità
10 marzo, ore 18. Le strade sono deserte, ammantate da un freddo che congela le anime più che i corpi. Il buio delle città, dei paesi, dei centri abitati di tutta Italia è pressoché totale. Una sparuta, terrorizzata schiera di persone, in fila, di fronte all’unica luce, quella del supermercato. Il latrato di un cane si sente in lontananza. Sono lacrime, per tutti.
18 maggio. La primavera, qui, è arrivata con qualche giorno di ritardo. Ma è arrivata, perché non esiste inverno tanto lungo da impedire ai fiori di sbocciare. Se c’è una cosa che abbiamo scoperto durante il lockdown, è che le attività delle nostre città sono l’anima di questo Paese, la spina dorsale delle nostre comunità, sono l’Italia.
Oggi le lacrime c’erano. Hanno bagnato gli occhi e i volti dei commercianti, degli artigiani, dei professionisti che, finalmente, hanno ripreso a camminare. Il rumore della saracinesca non è mai stato così soave: ci è apparso come il canto di mille uccelli.
È meraviglioso. La piccola bottega, il negozietto di vestiti, il bar sotto casa, il ristorante (che, in Campania, si farà attendere fino al 21). Il sapore del caffè più buono che abbiate mai assaggiato, i sorrisi più belli.
È con queste emozioni che vogliamo dire: grazie. E in bocca al lupo. Auguri a tutti i commercianti che hanno riaperto oggi. A tutti gli esercenti che, tra mille difficoltà, ce l’hanno fatta. Un pensiero incoraggiante, a chi non è riuscito ancora a riaprire, perché semplicemente non ne ha ancora la forza economica. Speriamo che, prima o poi, anche voi riusciate a sentire il rumore della saracinesca. E un abbraccio fortissimo a chi non ce l’ha fatta. Che possiate non perdere mai la speranza, e tornare a fare ciò che amate.