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Micro giardinaggio: cos’è e come si fa, quali piante scegliere
Una pratica sempre più diffusa, che porta con sé nuove prospettive per rendere più salubri e rilassanti gli ambienti di casa
Quello del “micro-gardening” è un trend sempre più in voga, soprattutto in alcune nazioni europee e negli Stati Uniti. Esso nasce dal desiderio di ricavare un angolo di verde all’interno degli spazi domestici, così da renderli più salubri e rilassanti. Il micro giardinaggio ha preso a svilupparsi negli ultimi anni e, a causa della pandemia provata dal Covid-19, ha beneficiato di ulteriore slancio.
A determinare il successo di questa pratica non sono stati solo i periodi di lockdown ma anche le conseguenze a medio e lungo termine dell’emergenza pandemica, ossia l’aumento delle ore trascorse in casa (per lo smart working, la didattica a distanza o eventuale quarantena). In un contesto di questo genere, la necessità di ridisegnare gli spazi domestici e adeguarli alle nuove esigenze viene soddisfatta anche tramite il pollice verde.
Di conseguenza, alle tradizionali piante da interno si sono aggiunte numerose altre specie e varietà, nel segno del micro giardinaggio urbano. In questo articolo, vediamo di cosa si tratta e in che modo è possibile metterlo in pratica.
Cos’è il “micro-gardening”
Con il termine micro giardinaggio (o “micro-gardening”) si intende la pratica di coltivare fiori, piccoli ortaggi, verdure, radici o tuberi in ambienti di dimensioni contenute, come ad esempio balconi, terrazze o verande, utilizzando piccoli contenitori.
A tale scopo è possibile utilizzare oggetti di recupero come tubi, confezioni in plastica, barattoli e quant’altro; in alternativa, si può creare la propria piccola coltivazione interna adoperando appositi supporti, come vasi e fioriere. Tra le varie opzioni per il micro giardinaggio ci sono anche lo coltivazioni idroponiche su scala ridotta.
A differenza di quanto si possa pensare, il micro giardinaggio ha grosse potenzialità in termini strettamente produttivi. In base ai dati emersi da una ricerca condotta negli USA dalla Food and Agricultural Organization, un micro giardino da undici piedi quadrati (poco più di tre metri quadri), è in grado di produrre 200 pomodori l’anno, 36 cespi di lattuga ogni sessanta giorni, dieci cavolfiori ogni 90 giorni e circa 100 cipolle ogni quattro mesi.
Curiosità: come riportato dall’ANSA, da un recente sondaggio di AO.com è emerso che il giardinaggio domestico piace particolarmente ai Millennials, ossia coloro i quali sono nati tra il 1981 e il 1996 (individuati anche come “Generazione Y”).
In particolare, quasi due terzi degli intervistati ha sottolineato quanto fosse importante la vegetazione in casa per il benessere personale durante i periodi di isolamento. In aggiunta, una ricerca nazionale condotta negli USA (dove il fenomeno è molto diffuso), ha mostrato come per la prima volta l’80% dei giardinieri abbia tra i 18 e i 34 anni.
Quali piante scegliere
La scelta del tipo di piante da coltivare dipende da diversi fattori. In linea di massima, vanno tenuti in considerazione due aspetti: l’esposizione al sole ed il microclima, specie in relazione alle gelate o alle folate di vento. Poi, se non si utilizzano fioriere o grandi vasi, è possibile spostare facilmente le singole piante e, qualora sia necessario, metterle a riparo dal troppo sole o dal freddo eccessivo.
Al netto di queste valutazioni, ciò che conta è il gusto personale. Se si vuole allestire un micro giardino a carattere decorativo, il consiglio è quello di optare per aiuole di fiori sempreverdi, utilizzando piante e arbusti ornamentali (per farsi un’idea di quali siano le varietà più adatte, è possibile consultare il catalogo online di un e-commerce specializzato come My Green Help).
Per quanto riguarda invece le micro coltivazioni, la scelta è molto ampia e può variare in base alla stagionalità dei prodotti; le opzioni più comuni, oltre alle spezie quali rosmarino, salvia, basilico, peperoncino e prezzemolo, includono pomodori, lattuga, cipolle, carote, scarola e altre specie a foglia verde.