Cronaca
Nocera, l’infermiera Tiziana Apicella racconta la sua esperienza nel reparto Covid del “Ruggi”
Con un bellissimo post, l’infermiera nocerina ha raccontato la sua fase 1: “Ho visto persone morire da sole, e mi sono commossa vedendo una paziente finalmente sveglia. A tutti voi: siamo esseri umani anche noi”
“Oggi si conclude la mia esperienza nel reparto di rianimazione Covid-19”. Inizia così il lungo messaggio di Tiziana Apicella, infermiera di Nocera Inferiore. Impegnata all’ospedale “Ruggi” di Salerno nella battaglia all’epidemia, in un reparto dedicato, ha voluto celebrare la Giornata mondiale dell’Infermiere raccontando tutte le proprie emozioni nella lotta al coronavirus che lei e tanti altri eroi in corsia hanno affrontato in primissima linea.
Nocera, l’infermiera Tiziana Apicella: “La mia esperienza nel reparto Covid”
Con l’amore per la vita e per la sua missione che (e chi la conosce lo sa) da sempre la contraddistinguono, Tiziana ci affida la sua bellissima testimonianza di passione per il proprio lavoro e per le persone che ogni giorno incontrano la nostra strada. Con grande trasporto, specie pensando alla paura iniziale: “Quando mi è stato comunicato che sarebbe toccato anche a me mi sono disperata, ho pianto. In tv non si faceva altro che parlare di morte, con picchi giornalieri di 1000 decessi. Terrore assoluto. A questo si aggiungeva la mancanza di esperienza in un modo a parte come la rianimazione, il doversi calare in un gruppo nuovo e soprattutto il doversi isolare più possibile dopo dieci giorni di convivenza”.
Un viatico arduo, ma che pian piano diventava meno disagevole. Ma costellato di sofferenza: “Passati i primi giorni, è andata meglio. Ma ho visto persone morire, da sole, inconsapevoli di quello che stesse succedendo. Ho versato lacrime di commozione vedendo finalmente sveglia una paziente, vedendo i suoi miglioramenti giorno dopo giorno, è stato un cammino per lei e per tutti noi e non lo dimenticheremo mai. La parola d’ordine è stata ‘stress’. Ci sono colleghi costretti a dover ricorrere allo psicologo, c’è chi non torna a casa da mesi, chi non da un bacio ad un nipote e piange anche solo pensandoci. E vi assicuro che fanno tanto male anche quei segni visibili all’esterno dovuti a tutto ciò, come si può vedere nella foto”.
Non è retorica dire che una lezione molto dura dovremmo farla nostra: “Queste cose ve le dico perché vorrei ricordarvi che siamo esseri umani anche noi e che il vostro senso di responsabilità pesa fortemente sulla vita di tante persone, non solo sulla vostra. Detto questo vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine in questo momento, anche solo con un messaggio”.