Cronaca
Nocera Superiore, i carcerati di Eboli in visita alla scuola “Fresa-Pascoli”
I detenuti del penitenziario salernitano agli alunni della scuola media: “State lontano da certe cose, sono l’inizio della vostra distruzione, ed è tutta un’illusione”
“Lasciate perdere certe cose cattive. Perché al momento vi divertite, ma poi una volta entrati nel giro, per voi è finita“. Le parole di uno dei detenuti del carcere di Eboli in visita alla scuola “Fresa-Pascoli” di Nocera Superiore.
Questa mattina i carcerati, in libertà vigilata, hanno raccontato le proprie esperienze di vita all’interno della prigione, ma soprattutto ciò che si sono persi del mondo ‘libero’. Particolare attenzione è infatti riservata, come possiamo vedere dal video che appartiene al “Corriere della Sera”, a tutte le privazioni alle quali i detenuti si sono costretti.
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Parole emozionanti da diversi degli ospiti che hanno preso parola all’incontro. Così il detenuto Bartolomeo De Vivo: “Ho due figli: con uno ci sono stato meno di due anni, l’altra non l’ho cresciuta proprio“. Dello stesso tenore altri carcerati: “Ho lasciato mia figlia che era piccola, adesso è mamma” o anche “era piccolina, adesso è diventata maggiorenne. Mio figlio, invece, si è operato. E io non c’ero“.
Notizie Nocera Superiore, il detenuto Celardo: “State lontano da certe cose”
Toccante la lezione che sembra aver imparato Francesco Celardo: “Il mio ruolo era quello di fornire le piazze di spaccio del mio quartiere, ma ho compiuto anche altri reati. Un giorno 18 poliziotti mi hanno prelevato. Ho fatto 21 anni di carcere e ne ho 45: metà della mia vita passata lì. Soldi, vestiti, macchine, ragazze: per me era quella la vita. Ma all’improvviso capisci che è tutta un’illusione, e se ti va bene sprechi mezza vita, ma se ti va male ti vengono a trovare al cimitero“.
Lo stesso Celardo rivolge un appello ai bambini: “Io passavo agli altri le pasticche che si vendono in discoteca. Sapete tutte le sostanze chimiche, cosa possono causare? La morte. Non voglio fare il predicatore, ma quando vedete ragazzi che vi vogliono trascinare in queste situazioni, statene lontano. È l’inizio della vostra distruzione“.
A prendere parola anche la direttrice del carcere di Eboli Rita Romano: “Noi facciamo un lavoro enorme, ma adesso sta alla società accogliere queste persone: siamo tutti coinvolti. Questo lavoro potrebbe andare sprecato, non ci scandalizzino i benpensanti, perché se così fosse sarebbe anche colpa loro“.