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Cinema

Verso gli Oscar 2018: The Post di Steven Spielberg

Steven Spielberg dirige una pellicola forte come il coraggio de The Washington Post, attraverso un cammino tortuoso verso la verità e la giustizia informativa

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The Post, locandina
Foto: Pinterest
 «Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione; o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea e di fare petizioni al governo per la riparazione dei torti.»

Così gli Stati Uniti hanno descritto le loro volontà morali nei confronti dei suoi cittadini. Attraverso il primo emendamento della Costituzione Americana.

Il film The Post, sotto la regia di uno dei pilastri del cinema come Steven Spielberg, è un inno alla libertà di stampa e un incoraggiamento alla battaglia nella ricerca della verità.

Il coraggio di dire la verità

Il mondo si è sempre mosso attraverso la comunicazione. Partendo dai geroglifici preostirici fino ad arrivare agli hashtag moderni. L’informazione e la disinformazione prendono forma attraverso l’uso della stampa e di tutti gli altri mezzi di comunicazione.

The Post, foto

Fonte: pinterest

Oggi giorno vengono definiti media e non più mezzi di comunicazione, dato l’avvento tecnologico-informativo per la qualità e quello produttivo-distributivo per la quantità.

Eppure la stampa resta il mezzo di comunicazione privilegiato, in quanto madre di tutta la comunicazione che oggi conosciamo.

Il The Washington Post è una testata giornalistica americana di fama mondiale oggi giorno, ma definito giornaletto locale negli anni settanta, anni di ambientazione del film The Post.

Attraverso la qualità indiscussa di Spielberg alla regia, The Post racconta le divulgazione dei Pentagon Papers, documenti di riservatezza top secret del Comitato di Difesa degli USA. Un fiume di informazione preso in piena dalle note testate New York Times e il già citato The Washington Post.

Raccontare la cronaca, dalla stampa al cinema sulla scia della verità

Gli eventi di cronaca non sono mai stati facili da trascrivere con adeguatezza per il grande schermo. Ma The Post  riesce, come le altre sceneggiature non originali candidate con esso alla categoria Miglior Film, a portare al cinema un altro episodio importante della storia del ventesimo secolo.

Hanno ripercorso fatti storici i film Darkest Hour e Dunkirk, mentre The Post regge su di sè l’onore di raccontare come altri fatti siano stati raccontati tanti anni fa.

Scena Film The Post

Fonte: pinterest

Film con una redazione giornalistica come protagonista ne abbiamo già visti e apprezzati in passato. The Post infatti percorre analogie con Spot

light – vincitore come Miglior Film nel 2016 – ma anche omaggi nei confronti di All The President’s Man – vincitore di 4 Premi Oscar circa quarant’anni fa.

Spielberg riesce a inscenare benissimo il conflitto creatosi attorno alla divulgazione dei Pentagon Papers. Questo grazie a un cas stellare.

Maryl Streep (Katharine Graham) è il capo della redazione The Washington Post con in relativo onere di prendere una decisione che avrebbe cambiato il mondo del giornalismo per sempre. Tom Hanks (Ben Bradlee) lotta affinché la verità venga a galla sulla carta da consegnare ai cittadini americani, ribellandosi e sfidando persino i voleri della Casa Bianca.

The Post candidato a 2 Categorie

Ingiusto però che la Streep sia stata candidata alla Categoria Miglior Attrice Protagonista quando vediamo che un ispirato e commovente Tom Hanks non sia stato candidato come miglior attore. Sicuramente il già vincitore di 2 statuette è più convincente della diva hollywoddiana. Ben Bradlee è un giornalista che all’apparenza potrebbe sembrare solo immerso eccessivamente nel suo lavoro. Ma si dimostrerà pronto a sfidare tutto e tutti per concretizzare l’anima del suo lavoro da giornalista.

Uno Stato che leggittima il suo Potere. Il 70% delle ragioni di una guerra in Vietnam è non accettare la sconfitta. Un giornale che difende la propria economia, quotandosi in borsa, studiando i competitor. Un governato che difende il proprio diritto di essere informato.

Nonostante The Post non offri un ritmo con dei climax particolari, la suspance rende la pellicola godibile nonostante i lunghi e frequenti dialoghi, recitati alla perfezione. Poteri e leggi che entrano in conflitto fino a decidere se sia meglio preservarsi o ribellarsi attraverso un articolo in più o in meno.

La candidatura al Miglior Film per The Post ci sta tutta, le possibilità di vittoria ci sono, seppur non troppo elevate.

Da far vedere nelle scuole?

The Post offre stimoli e riflessioni importanti sul quarto potere. Una pellicola che potrebbe essere far vista nelle scuole per trasmettere l’importanza della corretta informazione e la forza e il coraggio nel renderla nera su bianco.

Il modo in cui l’informazione viene veicolata cambia le sorti del mondo e la concezione che abbiamo di esso. Non è un mestiere per tutti il giornalista, ma è diritto di tutti conoscere la verità.

“I padri fondatori diedero alla stampa libera la protezione che deve avere per soddisfare il suo ruolo fondamentale nella nostra democrazia. La stampa è al servizio dei governati, non dei governanti”.

Nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06/05/1994. Da sempre appassionato di scrittura e giornalismo. Scrive su quelle che sono le sue più grandi passioni: sport, media, Tv e soprattutto cinema. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno e attualmente studente della laurea specialistica Corporate Communication & Media.

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