Tecnologia
La modernizzazione del sistema dei pagamenti: un nodo da sciogliere
La tracciabilità delle transazioni e una maggiore sicurezza per le transazioni un obiettivo dello Stato italiano. Tra la spinta al digitale e altri fattori, una situazione complessa
La diffusione dei pagamenti elettronici è un obiettivo cui tutta l’economia nazionale sta andando incontro. La tracciabilità delle transazioni e una maggiore sicurezza per i pagamenti sono delle priorità che lo Stato si è presa il compito di incentivare e realizzare, passando anche attraverso le sanzioni agli esercenti sprovvisti di Pos.
La sicurezza delle transazioni
Il decreto Recovery prevede per l’ormai imminente 1 gennaio 2023 l’inizio delle sanzioni per tutti quegli esercenti sprovvisti di Pos. L’importo della sanzione resta fermo a 30 euro, cui si somma il 4% del valore della transazione posta in essere, e il meccanismo si rivolge non soltanto a esercenti di beni e servizi, ma anche a professionisti quali medici e avvocati.
Il sistema di pagamento del mondo offline dunque è spinto, già dal governo Monti del 2012, ad allinearsi con quello dei principali siti ed e-commerce online. La spinta al digitale si accompagna sempre e comunque con la priorità della sicurezza, oltre che della rapidità e della tracciabilità delle transazioni; risulta necessario infatti l’utilizzo di una sicurezza di base con strumenti indispensabili: dalle password sicure all’ utilizzo di firewall e di programmi antivirus.
Dunque, sia online che offline, resta essenziale fare affidamento a consigli, trucchi e metodi efficaci per rivolgersi soltanto a siti sicuri, siano essi e-commerce e siti di intrattenimento di vario genere, e non per ultimi a casino online affidabili e riconosciuti dai monopoli, perché, all’interno di tali siti, non conta soltanto la grande offerta di giochi, ma anche e soprattutto la protezione dei dati personali dell’utente registrato, soprattutto nel momento in cui si effettuano transazioni.
Pagamenti elettronici, una situazione complessa
Il governo ha recentemente fatto dietro front sulla possibilità di innalzare a 60 euro la soglia oltre la quale far diventare obbligatorio l’utilizzo del Pos. Il contrasto con la Commissione Europea e i ridotti spazi di manovra concessi al governo italiano hanno portato a sopprimere dalla legge di bilancio quel famoso articolo 69 che, a detta di molti, avrebbe potuto incentivare, paradossalmente, l’evasione fiscale.
Più che altro, la situazione sembra diventare particolarmente complessa se si valutano le modalità secondo cui restituire agli esercenti le cifre spese con le commissioni. Le ipotesi sembrano far tornare indietro al governo Conte, prima, e a quello Draghi poi, ma il rischio che l’onere ricada sulla collettività è alto. Le proposte più concrete avanzate dal governo Meloni riguardano la proporzionalità delle commissioni rispetto al volume della transazione eseguita, così come l’istituzione di un tavolo permanente a favore di quegli esercenti ancora interessati dal bonus Pos.
In conclusione, l’obiettivo della modernizzazione dei pagamenti elettronici appare alle volte di realizzazione particolarmente difficile. Si tratta di un nervo scoperto della politica economica italiana, di un nodo che vale la pena sciogliere per garantire rapidità e sicurezza ai consumatori del Paese, senza tuttavia danneggiare esercenti per via delle commissioni.