Attualità
Pensioni, in arrivo aumenti dal 2026: la situazione fascia per fascia
A confermarlo è il Documento di economia e finanza: dal 1° gennaio prossimo le pensioni registreranno un aumento, anche se non uniforme per tutti i trattamenti

Dal 1° gennaio 2026 le pensioni italiane registreranno un aumento, anche se non uniforme per tutti i trattamenti. A confermarlo è il Documento di economia e finanza (Def) approvato il 9 aprile 2025, che indica un primo adeguamento degli assegni previdenziali in risposta all’aumento dell’inflazione. Le pensioni aumenti 2026 saranno modesti, ma rappresentano un segnale di tenuta del sistema in un quadro economico ancora instabile. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Pensioni aumenti 2026: gli importi in base alle fasce
La rivalutazione delle pensioni sarà legata all’andamento dell’inflazione, come previsto dalla legge n. 448 del 1998. Nel 2026 si torna al sistema originario con un meccanismo a tre fasce:
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100% dell’aumento per pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo;
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90% per la quota tra quattro e cinque volte il minimo;
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75% per la parte eccedente cinque volte il minimo.
Con il trattamento minimo fissato a 603,40 euro mensili nel 2025, le soglie si distribuiscono così:
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Fino a 2.413,60 euro mensili: piena rivalutazione, con aumento tra l’1,6% e l’1,8%;
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Tra 2.413,61 e 3.017 euro: rivalutazione al 90%, tra 1,44% e 1,62%;
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Oltre 3.017 euro: incremento del 75%, tra 1,2% e 1,35%.
Ecco alcuni esempi pratici:
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Pensione di 1.000 euro → aumento di 16-18 euro;
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Pensione di 2.000 euro → aumento di 32-36 euro;
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Pensione di 3.000 euro → aumento di circa 24,63 euro;
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Pensione di 5.000 euro → aumento di circa 37,50 euro.
Prestazioni assistenziali: aumenti anche per minime, invalidità e assegni sociali
Gli aumenti non toccheranno solo le pensioni ordinarie, ma anche le prestazioni assistenziali:
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Il trattamento minimo passerà da 598,61 a 604,60 euro;
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L’assegno sociale salirà da 534,41 a 539,75 euro;
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La pensione di invalidità civile passerà da 333,33 a 336,66 euro.
Sono inoltre allo studio incrementi straordinari per le pensioni minime. Due le ipotesi:
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Con rivalutazione del 2,2%, l’importo salirebbe a 617,90 euro;
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Con rivalutazione del 2,7%, si arriverebbe a circa 620 euro.
Inflazione in risalita: il motore degli aumenti 2026
Il meccanismo di rivalutazione si basa sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), stimato all’2,1% nel 2025. L’inflazione, dopo mesi di contenimento, ha ripreso a salire: +1,6% a febbraio e +2% a marzo, spinta soprattutto dal rincaro dei prezzi energetici (+3,2%).
È questa dinamica a spingere l’aumento delle pensioni nel 2026, che potrebbe attestarsi tra l’1,6% e l’1,8% a seconda delle fasce, un dato comunque superiore allo 0,8% applicato nel 2025.
Coefficienti di trasformazione: penalizzazione per i nuovi pensionati
Non tutte le notizie, però, sono positive. Dal 2025 entreranno in vigore nuovi coefficienti di trasformazione, ovvero i parametri con cui si calcolano gli assegni previdenziali in base ai contributi versati. Il risultato? Un assegno leggermente più basso per chi andrà in pensione tra il 2025 e il 2026.
Secondo le simulazioni riportate da Il Messaggero, un lavoratore di 67 anni con 400.000 euro di montante contributivo percepirà nel 2025 un assegno annuo di 22.432 euro, cioè 460 euro in meno rispetto ai 22.892 euro che avrebbe ricevuto pensionandosi un anno prima.