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Pit bike in Italia che passione, ma come scegliere quella più adatta?

Le Pit bike hanno riscosso tale successo non solamente per via della sicurezza che riescono a garantire, proprio per via del fatto che sono così piccole, ma anche e soprattutto grazie alla loro notevole versatilità

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Pit Bike

Nell’universo delle minimoto, nel corso degli ultimi tempi, si sta facendo largo una nuova e molto interessante tendenza. Si tratta di una nuova tipologia di due ruote, che in molti probabilmente ancora non conoscono. Stiamo facendo riferimento alle Pit bike: il numero di appassionati di queste particolari minimoto sta aumentando sempre di più da qualche anno a questa parte.

Le Pit bike, in realtà, sono nate diversi anni fa: già negli anni Ottanta, infatti, videro la luce, grazie soprattutto alla Honda, che lanciò sul mercato, per la prima volta nella storia, una minimoto caratterizzata dalla spinta di un propulsore da 50 cc a quattro tempi. Il successo, però, non arriva subito, visto che le risposte del mercato non sono propriamente quelle attese.

Pit bike e una tendenza che ha preso piede dai primi anni Duemila

Il progetto, in questo modo, finisce per finire in un angolo della soffitta e lasciato in secondo piano, fino ai primi anni del nuovo millennio, quando il rilancio delle Pit bike passa dal mercato a stelle e strisce. Il motivo? Semplice: si pensava che ci fosse spazio per lanciare in commercio una moto dalle ridotte dimensioni e anche piuttosto agile.

Cosa sono le pit bike? A quel tempo sembravano una soluzione perfetta per tutti i piloti da cross per potersi muovere senza alcun tipo di problematica nei paddock più stretti. Ebbene, da quel momento in poi, il passo per vedere le Pit bike sfruttate in una gara è davvero brevissimo. Ed ecco che la tendenza scoppia da un momento all’altro, con queste mini moto che diventano un successone.

È, più in generale, l’intero progetto che sta alle spalle delle Pit bike ad essere vincente. Ecco spiegato il motivo per cui un numero sempre più elevato di marchi produttori scelgono di dedicare spazio e investimenti, fino a raggiungere addirittura nomi del calibro di Kawasaki e Yamaha.

Le Pit bike hanno riscosso tale successo non solamente per via della sicurezza che riescono a garantire, proprio per via del fatto che sono così piccole, ma anche e soprattutto grazie alla loro notevole versatilità. In commercio, infatti, troviamo un gran numero di modelli, che riescono a soddisfare praticamente ogni tipo di esigenza e di preferenza, non solo dal lato estetico, ma anche dal punto di vista tecnico e professionale.

Anche per quanto riguarda i prezzi, sul mercato si possono trovare Pit bike davvero a qualsiasi prezzo: si parte da un centinaio di euro per un impiego amatoriale e si arriva fino a poche migliaia di euro per delle versioni dedicate alla guida sportiva. Per quanto concerne le cilindrate maggiormente diffuse, troviamo sicuramente le 110 cc e le 125 cc, anche se in realtà è possibile imbattersi anche in cilindrate più basse.

Sul mercato, poi, ci sono modelli che possono contare sulla presenza pure di una cilindrata notevolmente più alta, ma chiaramente il motore viene collocata in una posizione differente. Ecco spiegato il motivo per cui vengono ribattezzate, molto più correttamente “Dirt-Bike”.

La produzione di alcune Pit bike ha portato anche all’installazione di un cambio automatico o semi-automatico, ma ovviamente le versioni maggiormente apprezzate sono quelle con cambio manuale. Da notare come le performance vengono condizionate notevolmente da parte delle ruote. Nella maggior parte dei casi vengono inserite ruote comprese tra 10’ e 14’.

Sul mercato italiano, le Pit bike non hanno preso ancora piede come in altre nazioni. Il motivo deriva dal fatto che la loro reale diffusione è davvero moderna, dato che stanno avendo successo da una decina di anni, non di più. Sul territorio italiano ci sono anche svariati tracciati dedicati alle Pit bike e il costo d’iscrizione per l’utilizzo della pista è veramente basso.

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