Cronaca
Report, la Dia perquisisce la redazione dopo inchiesta su strage Capaci
Il motivo, come spiegato tramite i canali ufficiali del programma di inchiesta giornalistica, sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia Nazionale, sul luogo dell’attentato di trent’anni fa. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc
All’indomani della puntata di Report sulla strage di Capaci, la Dia ha perquisito l’abitazione dell’inviato Paolo Mondani e la sede della redazione guidata da Sigfrido Ranucci. L’operazione è stata avviata su mandato della procura di Caltanissetta,
Il motivo, come spiegato tramite i canali ufficiali del programma di inchiesta giornalistica, “sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia Nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc”.
Report, Dia perquisisce redazione e abitazione di Paolo Mondani
Nella puntata oggetto delle perquisizioni da parte della Direzione Investigativa Antimafia, viene messo in rilievo come, “dalle testimonianze inedite che ha raccolto Paolo Mondani, emerge che, la pista nera dell’eversione di destra, della massoneria e della p2 della struttura Gladio e quella mafiosa sulla strage di Capaci che portò all’uccisione di Falcone, si sovrappongono. Alberto Lo Cicero, autista del boss Mariano Tullio troia racconta che Riina si sarebbe potuto catturare prima delle stragi e che a Capaci prima della strage ci fosse anche Stefano Delle Chiaie, fondatore del movimento neofascista Avanguardia Nazionale”.
Il giornalista di Report, Paolo Mondani, autore dell’inchiesta, ha affermato che:
“Le dichiarazioni di Alberto Lo Cicero e della sua compagna Maria Romeo sono da tempo note alla Direzione Nazionale Antimafia e alla Procura di Caltanissetta. Sorprende che 30 anni dopo i fatti di Capaci si indaghi su quelle dichiarazioni solo ora. Curioso è che nel decreto di perquisizione del sottoscritto la procura di Caltanissetta chieda di esibire i primi verbali dei colloqui investigativi nei quali Lo Cicero inizialmente raccontava molti più particolari che non riporterà, per motivi da accertare, nei successivi verbali di indagine. Anche la Romeo veniva sentita più volte, e più volte ha ribadito le circostanze a noi riferite. Nel frattempo molti documenti sono spariti. Ma è noto che la Procura Generale di Palermo questi documenti li ha ritrovati tanto da spingere la Direzione Nazionale Antimafia a iniziare un’inchiesta”.
La Procura di Caltanissetta, nella parole del procuratore De Luca, ha motivato così le perquisizioni, precisando che Mondani non risulta indagato:
“Tale perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta da tale giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario. Infatti, secondo quanto accertato da questo Ufficio, in una occasione, il detto giornalista avrebbe incontrato il suindicato Luogotenente in congedo Giustini, non per richiedergli informazioni, ma per fargli consultare la documentazione in possesso di esso giornalista in modo che lo stesso Giustini fosse preparato per le imminenti sommarie informazioni da rendere a questa Procura.
È necessario verificare la natura di tale documentazione posta in lettura al Giustini, che presumibilmente costituisce corpo del reato di rivelazione di segreto d’ufficio relativo alla menzionata attività di altra autorità requirente. Tale accertamento è tanto più rilevante in considerazione dell’importanza che Giustini attribuisce a tale documentazione, nonché a seguito delle contraddittorie versioni fornite da quest’ultimo in materia di comunicazione nel 1992 delle informazioni da parte dell’Arma all’Autorità Giudiziaria di Palermo”.