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Cinema

Thor: il Dio del Tuono che ha sempre perso

Ripercorriamo la storia di Thor, erede al trono di Asgard e Avengers. Il Dio del Tuono è uno dei personaggi più evoluti nel corso del Marvel Cinematic Universe, con un finale aperto in Avengers Endgame

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Fonte: repubblica.it

Chris Hemsworth (11 agosto 1983) è l’attore che interpreta Thor nel Marvel Cinematic Universe. L’australiano fu scritturato nel 2010 per interpretare il dio del tuono per il primo stand-alone, intitolato per l’appunto Thor, uscito nel 2011. Come per tutti gli altri film della Fase Uno, gli stand-alone hanno introdotto i personaggi che hanno poi assemblato gli Avengers, nel crossover The Avengers uscito nel 2012.

Il personaggio di Thor appare in ben 8 pellicole del Marvel Cinematic Universe, risultando uno dei più amati degli ultimi anni. Il Dio del Tuono risulta essere fin da subito un personaggio molto potente e carismatico, culminato con l’essere degno per poter impugnare il martello Mjolnir e con esso gli scoccanti poteri dei fulmini.

Thor (2011) e The Avengers (2012)

È infatti strettamente collegato al dramma familiare e biblico fin dal suo primo film. Il suo rapporto complicato col padre Odino, la rivalità col fratellastro Loki, l’affetto nei confronti della madre Frigga. Thor viene privato dei suoi poteri e mandato in esilio sul pianeta terra, dove, potendo utilizzare solo il potere di essere se stesso, si consacrerà come il vero Dio del Tuono.

Il film omonimo del 2011 risulta essere un sufficiente stand-alone, svolge il suo compito e lascia presagire un elevato potenziale dietro il personaggio di Thor. Altro espediente narrativo fondamentale: Thor, in quanto principe di un regno di un altro pianeta, funge da collegamento tra i supereroi terrestri e le minacce aliene.

La prima, infatti, vede in primo piano proprio il fratellastro Loki, il Dio dell’Inganno. Il primo crossover, The Avengers, datato 2012, vede proprio l’assemblaggio degli Avengers compiersi: Captain America, Iron Man, Hulk, Vedova Nera, Occhio di Falco e infine Thor. Il dio norreno entra inizialmente in conflitto con gli Avengers terrestri, salvo poi allearsi con quest’ultimi per abbattere la minaccia innescata dal fratello. The Avengers inserisce infatti due gemme dell’infinito nella battaglia di New York. La gemma del tempo all’interno del Tesseract e la gemma dell’anima all’interno di uno scettro. La battaglia di New York sarà infatti poi ripresa in Avengers Endgame.

Thor The Dark World (2013) e Avengers Age Of Ultron (2015)

Sconfitto Loki, i due fratelli tornano su Asgard con il Tesseract, ritrovandoli nella pellicola del 2013 intitolata Thor The Dark World. Anche in questo caso l’antagonista Malekith, un elfo oscuro, mira alla conquista di una gemma dell’infinito, quella della realtà, contenuta nel semiliquido chiamato Aether. Thor e Loki sono costretti ad allearsi per sventare la minaccia e salvare Jane Foster (Natalie Portman), uniti maggiormente dalla dipartita della madre Frigga a causa dell’antagonista. È nel finale che Thor ci offre una nuova sfaccettatura di se stesso: rifiuta il trono di Odino per restare combattente incallito, inconsapevole che Loki si sia sostituto al padre, ingannandolo.

Thor torna nel secondo capitolo dedicato agli Avengers, intitolato Avengers Age Of Ultron (2015), dove i Vendicatori combattono l’androide Ultron, nato da un malsano esperimento di Tony Stark. Grazie alla gemma della mente, Thor dà vita a Visione, un androide ibrido della mente di Jarvis, Hulk e Iron Man, capace di brandire il Mjolnir in quanto difensore della vita. Thor è insospettito dalla comparsa di tante gemme dell’infinito nell’arco di pochi anni e si congeda dalla terra per ricercare il complotto che si cela dietro questi continui attacchi. Nel frattempo è tangibile notare la crescita del potere del Dio del Tuono.

La trasformazione durante il Ragnarok

In Thor Ragnarok il personaggio di Chris Hemwsworth compie una delle trasformazioni più importanti. Torna ad Asgard e smaschera Loki, ma dopo la morte del padre Odino incombe una nuova minaccia. Thor scopre di avere una sorella di nome Ela (Cate Blanchett), la quale distrugge con un colpo di scena il Mjolnir. Ancora una volta Thor è privato dei suoi poteri (e anche del suo lungo taglio di capelli, tagliato da un simpatico cameo di Stan Lee!) e rifugiato in un altro pianeta. Qui trova Hulk che ha preso definitivamente il sopravvento sull’alter ego Bruce Banner. I due approfondiscono la loro rivalità ma anche la loro amicizia, l’esodo di Thor riporta il Dio del Tuono su Asgard grazie al mostro verde e a Valchiria, vecchia combattente al servizio di Odino stesso.

Qui Thor scopra l’essenza dei suoi veri poteri, in quanto Dio del Tuono è capace di scatenare la potenza dei fulmini anche senza il Mjolnir, sprigionando vendetta e conclusione del classico viaggio dell’eroe.

Un finale che non mette il punto

Concludiamo poi con i capitoli finali degli Avengers, Infinity War e il più recente Endgame, in cui Thor ha molto minutaggio, risultando tra i personaggi principali dell’intera Saga dell’Infinito. Asgard è distrutta e gli asgardiani sono sconfitti da Thanos, quest’ultimo uccide Loki e si impossessa della gemma dello spazio. Thor escogita la propria vendetta per sconfiggere il titano pazzo, ma per farlo ha bisogno di una nuova arma da forgiare a Nidavellir. Qui, grazie all’aiuto di Rocket e Groot, riesce a tenere accesa la stella a mani nude che  alimenta la forgia dei nani. Thor impossessa la Stormbreaker, un’ascia che scatena la potenza dei fulmini e che contiene anche i poteri del Bifrost, capace di far teletrasportare il possessore. Thor giunge in Wakanda nel combattimento finale in una delle scene più belle mai viste in un cinecomic, scatenando tutto il suo potere.

Ma il suo viaggio non ha un lieto fine, infatti il Dio del Tuono sbaglia il colpo fatale da infliggere a Thanos, il titano riesce a schioccare le dita, cancellando metà delle forme di vita dell’intero universo. Il senso di colpa tormenta Thor per tutta la pellicola di Avengers Endgame. A nulla serve tagliarli la testa nei primi minuti del film, Thanos ha ormai compiuto il suo piano e ha reso impossibile tornare indietro nel tempo, distruggendo le gemme. 5 anni dopo Thor rifonda Asgard in una zona della Norvegia sulla Terra, ma il Dio del Tuono sembra tutto anziché un Dio. Beve, mangia, ingrassa, ha l’umore sottoterra. Thor è un personaggio che ha perso e che non riesce ad andare avanti, per quanto nascosto dal suo essere ridicolo e spiaccicato al grande Lebowski.

In Avengers Endgame il personaggio di Thor cerca il proprio riscatto, è fondamentale il suo viaggio nel tempo su Asgard, dove incontra la madre prima che quest’ultima muoia. È lei a far uscire il vero Thor, celato sotto la barba, le lacrime e la pancia, un Dio che commette errori come chiunque altro. Grazie a Thor capiamo l’importanza di quanto sia difficile essere se stessi, e di quanto sia importante sapere di poter sbagliare nella ricerca di capire chi siamo.

Thor si scaglia con coraggio nel combattimento finale con Thanos, cercando di ucciderlo come si deve. Il suo personaggio completa il cammino senza concluderlo, bensì partendo per un nuovo viaggio. Lo vediamo infatti lasciare il trono a Valchiria e salpare sulla Milano con i Guardiani della Galassia con cui ha creato una comica sintonia, compresa anche la rivalità con Star-Lord.

Il personaggio di Thor si rivela funzionante in quanto rappresenta l’eroe che non sa se vuole essere davvero un eroe. Non riesce a essere un principe, non vuole diventare sovrano, non riesce neppure a diventare un vero Vendicatore. Thor è un personaggio che perde continuamente, ma la scrittura e il processo della sua narrazione è vincente. Il dio norreno, il meno umano di tutti, diventa inaspettatamente il più umano, sentimenti, rammarico e dolore lo potenziano.

Dietro quel Thor ciccione ubriaco che molti hanno disprezzato e deriso in Avenger Endgame c’è molto di più. Una sconfitta che vuole lasciare nascosta fino al momento in cui si confida liberamente senza scrupoli con la madre tanto amata. Thor perde un fratello, un padre, una madre, un occhio, un martello, un regno e metà del suo popolo. Ritrova se stesso capendo di non aver ancora concluso il suo viaggio, perché non ha ancora una meta.

Nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06/05/1994. Da sempre appassionato di scrittura e giornalismo. Scrive su quelle che sono le sue più grandi passioni: sport, media, Tv e soprattutto cinema. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno e attualmente studente della laurea specialistica Corporate Communication & Media.

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