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Cultura

Tina Anselmi, la partigiana che dedicò la sua vita alla democrazia e ai diritti delle donne

Ha partecipato in maniera attiva alla Resistenza, di cui è stata uno dei volti femminili più rappresentativi. La storia della partigiana

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Tina Anselmi

La prima donna in Italia a guidare un ministero, un’idea politica. Questo e tanto altro era Tina Anselmi, una donna di grandissimo spirito, una politica, una partigiana, una paladina dei diritti delle donne e non solo. Scopriamone insieme la biografia, attraverso alcuni tratti della sua vita pubblica e della sua vita privata, per scoprire cosa ha fatto.

Chi era la partigiana: biografia e aspetti salienti della sua vita politica

Tina Anselmi dedicò la sua intera vita alla democrazia e alla lotta per i diritti delle donne. Nata a Castelfranco Veneto nel 1927, entrò nella Resistenza a soli diciassette anni come staffetta della Brigata autonoma “Cesare Battisti” e fece parte del Comando regionale del Corpo Volontari della Libertà. Dopo essersi laureata in Lettere all’Università Cattolica di Milano, iniziò ad insegnare nella scuola elementare.

Negli anni successivi, Anselmi diventò dirigente sindacale prima del Sindacato Tessili e poi del Sindacato Maestre. Nel 1958, fu incaricata nazionale delle giovani della Democrazia Cristiana e partecipò ai congressi mondiali dei giovani in tutto il mondo. Nel congresso di Monaco del 1963, fu eletta membro del Comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui diventò successivamente vicepresidente.

Nel 1968, Anselmi fu eletta per la prima volta come deputato nel collegio di Venezia e Treviso e riconfermata fino al 1992, diventando uno dei membri più importanti del Partito Democratico Cristiano. Nel corso della sua carriera politica, ricoprì importanti incarichi come quello di sottosegretario al lavoro nel V governo Rumor e nel IV e V governo Moro.

Nel 1976, fu nominata Ministro del Lavoro, diventando la prima donna in Italia a ricoprire tale incarico. Due anni dopo, fu nominata Ministro della Sanità e nel 1981, presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2, un’indagine che svolse con grande coraggio e determinazione.

Cosa ha fatto Tina Anselmi, e perché la sua attività è stata importante

Tina Anselmi viene ricordata anche e soprattutto per le sue lotte per i diritti femminili. Fu nominata Presidente della Commissione nazionale per le pari opportunità, presiedette il Comitato italiano per la FAO e fece parte della Commissione di inchiesta sull’operato dei soldati italiani in Somalia. Presiedette anche la Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana.

Anselmi fu considerata più volte per la carica di Presidente della Repubblica. Nonostante la sua profonda fede, riuscirà ad attenersi rigidamente al principio della laicità, firmato la Legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza. Una delle sue tante lotte per i diritti delle donne.

Tina Anselmi aveva un compagno e dei figli? La sua vita privata

Come detto, Anselmi ha partecipato in maniera attiva alla Resistenza, di cui è stata uno dei volti femminili più rappresentativi. Periodo, questo, in cui fu costretta ad assistere all’impiccagione di decine di prigionieri catturati durante un rastrellamento da parte dei nazifascisti.

Non sappiamo della vita privata di Tina Anselmi quanto, invece, conosciamo delle sue battaglie politiche. Sappiamo, però, che non è mai convolata a nozze, e non ha mai avuto dei figli.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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