La scorsa domenica, durante la partita di Serie A Fiorentina-Inter, il giovane calciatore viola Edoardo Bove si è accasciato al suolo senza contatto, causando il panico tra giocatori e tifosi. L’arresto cardiaco è stato attribuito a una rara torsione di punta e a una contusione toracica di origine incerta, e ha portato alla sospensione della partita e a un ricovero d’urgenza. Ora il calciatore è cosciente e interagisce, ma l’episodio ha acceso i riflettori su una condizione anatomica poco conosciuta ma potenzialmente pericolosa. Che cos’è, dunque, la torsione di punta, e perché è così importante saperlo?
Che cos’è la torsione di punta e perché è pericolosa per il corpo umano
La torsione di punta è un parametro fondamentale dell’anatomia del femore, capace di influenzare non solo la postura e la camminata, ma anche la salute articolare e muscolare di tutto l’arto inferiore. Questo valore descrive l’angolo di rotazione tra la parte prossimale del femore, vicina all’anca, e la parte distale, che si collega al ginocchio. Nei soggetti sani, questo angolo si attesta normalmente tra i 10° e i 15° di antiversione, garantendo un corretto allineamento tra femore, ginocchio e caviglia. Tale equilibrio consente al corpo di distribuire uniformemente i carichi durante il movimento e di mantenere una postura stabile e funzionale. Tuttavia, variazioni da questo range possono portare a significative alterazioni biomeccaniche, talvolta con conseguenze anche gravi.
Perché il femore e il cuore sono collegato: l’episodio di Bove
Un’iperantiversione, ovvero un angolo maggiore rispetto alla norma, tende a ruotare internamente l’arto inferiore. Questo può provocare una camminata con i piedi rivolti verso l’interno, sovraccarichi muscolari e articolari e, a lungo termine, dolori cronici alle articolazioni, in particolare al ginocchio e all’anca. All’estremo opposto, una retroversione del femore, con un angolo più basso o addirittura negativo, comporta una rotazione esterna dell’arto. Questo può risultare in una postura a gambe aperte, con effetti negativi sulla distribuzione del peso corporeo e sulla stabilità durante il movimento.
Per gli atleti, come avvenuto a Bove, alterazioni anche minime di questa struttura anatomica possono compromettere non solo la performance sportiva, ma anche la loro sicurezza in campo, come drammaticamente emerso nel recente episodio.
Oggi, comprendere e trattare la torsione di punta è una priorità sia in ambito sportivo sia nella pratica clinica e riabilitativa. La diagnosi precoce è essenziale per identificare eventuali anomalie e prevenire complicazioni più gravi. Tecniche avanzate di imaging, come la tomografia computerizzata (TAC) o la risonanza magnetica (RMN), permettono di misurare con precisione l’angolo di torsione e di valutare eventuali deviazioni.
Nei casi più lievi, interventi conservativi come esercizi specifici per la correzione dell’allineamento e l’utilizzo di ortesi personalizzate possono ripristinare una funzionalità adeguata. In situazioni più gravi, come quelle che possono verificarsi in contesti sportivi ad alta intensità, può essere necessario ricorrere a interventi chirurgici correttivi, come l’osteotomia, per ristabilire un corretto equilibrio biomeccanico