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MotoGP, l’ultimo giro di Valentino Rossi a Valencia: la telecronaca di Guido Meda
“Rossi c’è! Finisce qui! Grazie, Valentino! Grazie! È stato fantastico, sei stato fantastico!”. Meravigliosi momenti di sport nel canto del cigno del pilota
È un giorno senza dubbio estremamente emozionante per tutti gli appassionati di sport. È il giorno dell’ultima gara di Valentino Rossi: il campionissimo italiano, nove volte vincitore del titolo mondiale, ha lasciato per sempre la massima categoria del Motomondiale a 42 anni. Ecco il video dell’ultimo giro di Valentino Rossi a Valencia con la telecronaca di Guido Meda.
Video Valentino Rossi Ultimo Giro a Valencia: l’emozione di Guido Meda in telecronaca
Che sarebbe stata una delle telecronache più emozionanti di Guido Meda, quella dell’ultimo giro di Valentino Rossi a Valencia, lo sapevamo. L’addio alle corse del Dottore, probabilmente il più grande di sempre, sicuramente tra le leggende dello sport italiano, ha emozionato il giornalista, così come tutti i tifosi di Valentino, così come tutti gli sportivi.
L’apertura di Meda nella telecronaca di questo ultimo giro: “C’è Pecco Bagnaia, lì davanti! Porta il suo casco, è là davanti e ha preso vantaggio. Rossi è abbondantemente in zona punti, e va ad affrontare il suo ultimo giro. E il cuore, si dilania! Si dilania! In una giornata che vuole essere soprattutto serenità e gioia. E grazie, per averlo avuto! E grazie, per aver lasciato roba così! Roba come Pecco Bagnaia! Roba come la Ducati su questo cammino, nel quale per Valentino è stata anche e molto avversaria”.
La gara si è conclusa con la vittoria di Pecco Bagnaia, autore di un ottimo Mondiale, salutata così da Meda: “Un bacio al cordolo, un abbraccio a Rossi, e che spettacolo! Bagnaia c’è! C’è, ed è il domani!“.
Non possiamo non soffermarci, ovviamente, sul pezzo più emozionante della telecronaca di Guido Meda: il saluto a Valentino Rossi all’ultimo giro: “Ecco qua, gli ultimi metri di Rossi, Rossi c’è! Finisce qui! Grazie, Valentino! Grazie! È stato fantastico, sei stato fantastico! Le abbiamo spese tutte, le parole. Eravamo in debito di aggettivi già vent’anni fa, e continuiamo a esserlo oggi”.