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Intelligenza artificiale, ZeroGPT è il software AI che promette di riconoscere testi copiati

Uno strumento sicuramente utile nella rilevazione di contenuti non originali. Ma possiamo davvero fidarci di questa tecnologia? Vediamo come funziona e quanto è affidabile

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Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui produciamo contenuti, sollevando dubbi su autenticità e trasparenza. In questo scenario, strumenti come ZeroGPT AI Detector promettono di distinguere i testi scritti da esseri umani da quelli generati da modelli di AI come ChatGPT e Bard. Ma possiamo davvero fidarci di questa tecnologia? Vediamo come funziona e quanto è affidabile.

Come funziona ZeroGPT AI Detector?

ZeroGPT si basa su algoritmi avanzati di machine learning per analizzare la probabilità che un testo sia stato generato dall’intelligenza artificiale. Il software esamina vari elementi, tra cui la coerenza, la ripetitività e la complessità del linguaggio. Analizza inoltre il tipo di parole utilizzate e la loro distribuzione statistica per individuare schemi tipici della scrittura AI.

Al termine dell’analisi, lo strumento assegna un punteggio che indica la probabilità che il testo sia stato scritto da un essere umano o da un’intelligenza artificiale.

ZeroGPT AI Detector è affidabile per riconoscere testi copiati?

L’affidabilità di ZeroGPT è una delle principali preoccupazioni per chi lavora con i contenuti digitali. I test condotti finora mostrano un’accuratezza superiore al 90%, ma con qualche limite. Ad esempio, testi molto brevi o particolarmente creativi possono trarre in inganno l’algoritmo, che fatica a distinguere le sottili sfumature della scrittura umana.

Un’altra questione rilevante riguarda i falsi positivi e negativi. In alcuni casi, testi completamente umani vengono etichettati come generati dall’AI e viceversa. Questo può essere problematico, specialmente in contesti accademici o professionali, dove l’accuratezza è essenziale.

Quali sono i limiti di questo software?

Pur essendo un passo avanti nella rilevazione dei contenuti AI, ZeroGPT ha delle limitazioni. Se un testo generato dall’intelligenza artificiale viene leggermente modificato da un essere umano, il detector potrebbe non riconoscerlo correttamente. Inoltre, il software sembra funzionare meglio in inglese rispetto ad altre lingue, come l’italiano, dove i dati di addestramento sono più limitati.

C’è anche il rischio di utilizzo improprio. Alcune istituzioni potrebbero affidarsi ciecamente ai risultati del detector, senza considerare il margine di errore. È quindi sempre consigliabile un’analisi umana a supporto del tool.

Uno strumento utile, ma non perfetto: ecco perché è un buon punto di partenza

ZeroGPT AI Detector può essere un ottimo alleato per chi vuole identificare testi generati dall’intelligenza artificiale, ma non è infallibile. Il suo utilizzo è più efficace se combinato con un’attenta valutazione umana, evitando decisioni basate esclusivamente sul risultato del software.

Con l’evoluzione dei modelli di AI, anche questi strumenti dovranno migliorarsi per stare al passo con tecnologie sempre più sofisticate. Per ora, ZeroGPT rappresenta un buon punto di partenza, ma va usato con la giusta dose di prudenza.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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